Progetto di ricerca per definire un ruolo delle autonomie regionali speciali nell'ordinamento dell'Unione europea
Per affermarsi nell'Unione europea, le autonomie regionali devono far leva sull'impegno «attivo e propositivo delle stesse Regioni, chiamate a dare sostanza agli strumenti e ai meccanismi previsti dalla combinazione degli ordinamenti europeo, nazionale e regionale». E la Valle d'Aosta potrebbe essere il punto di partenza. Ad affermarlo è il presidente del Consiglio Valle, Alberto Bertin, intervenuto nella riunione della prima commissione consiliare «Istituzioni e autonomia» per illustrare i contenuti del progetto di ricerca volto a definire un ruolo riconosciuto e attivo delle autonomie regionali speciali nell'ordinamento dell'Unione europea. Lo studio è stato realizzato dal gruppo Autonomie Speciali Alpine (Asa) e rientra nella convenzione siglata, nel luglio scorso, tra l'Università di Udine, le Regioni Valle d'Aosta e Friuli Venezia Giulia e le Province autonome di Trento e Bolzano per sviluppare un'attività di ricerca sul diritto regionale e le sue prospettive, con riferimento al tema della specialità.
«In quest'ottica - prosegue Alberto Bertin -, la Valle d'Aosta potrebbe cogliere l'occasione per fare da capofila di un'iniziativa che, nell'ambito della Conferenza sul Futuro dell'Europa, raccolga l'adesione di altre realtà regionali per la richiesta di una maggiore riconoscibilità». E aggiunge: «Ho espresso l'auspicio che il Consiglio regionale stesso si impegni per una rivitalizzazione del proprio ruolo, a partire dalla consueta sessione europea e internazionale del Consiglio», prevista l'11 e il 12 maggio prossimi. La commissione «ha accolto favorevolmente la proposta: - riferisce il vicepresidente, Claudio Restano - riporteremo giovedì 17 la tematica all'attenzione dei commissari per esaminare un documento che sarà poi discusso in aula il 23 e 24 marzo».