Progetto Civico Progressista apre ufficialmente a Cinque stelle e Adu
Il Progetto Civico Progressista «non è un cartello elettorale ma un progetto aperto su base partecipativa ed è in questa forma che vogliamo andare avanti aprendoci anche ad altre persone e ad altre forze come Adu o il Movimento 5 stelle che fanno parte della nostra stessa area». Lo afferma la consigliera del Progetto civico progressista Chiara Minelli, ex assessora all'Ambiente e oggi in minoranza insieme alla collega Erika Guichardaz, durante una conferenza stampa indetta giovedì scorso dal gruppo per spiegare l'uscita dalla maggioranza. Durante l'incontro, le consigliere hanno consegnato ai presenti un documento dal quale emergono tutte le difformità - dalla questione idrogeno e ferrovia alle Cime bianche, dall'ospedale alla Compagnia valdostana delle acque, all'annoso problema delle discariche - tra il programma di legislatura concordato poco più di un anno fa con gli autonomisti e le azioni politiche effettivamente svolte, che sarebbero dovute essere oggetto della più volte richiesta verifica di maggioranza che non ha mai avuto un seguito. L'epilogo è noto: Minelli e Guichardaz, nel maggio scorso, si dimettono dalle cariche di assessore all'Ambiente e presidente della quinta commissione fino ad arrivare, poche settimane fa, all'uscita del Pcp dalla maggioranza e al divorzio con gli altri cinque consiglieri del gruppo rimasti in maggioranza con il nome di Federalisti progressiti-Partito democratico.
Ora «ci collochiamo all'opposizione - aggiunge Erika Guichardaz - ma questo non vuol dire che per noi si tratti di un'opposizione fine a se stessa, nel momento in cui ci sono le dichiarazioni di voto il nostro gruppo definisce sempre le sue volontà in base alle tematiche proposte, il nostro è un atteggiamento costruttivo, non vogliamo correre dietro ai comitati come spesso ci accusano ma solamente dare delle risposte alla Valle d'Aosta».
«Ci aspettavamo una diffida da parte del Partito democratico ma il clamore suscitato dalla nostra decisione di mantenere la titolarità del Progetto civico progressista ci sorprende» ha detto Eugenio Torrione, esponente del direttivo di Rete Civica, che insieme ad Area democratica-Gauche Autonomiste e una serie di persone indipendenti formano l'attuale Progetto Civico Progressista, durante la conferenza stampa di giovedì sera. Mantenere nome e simbolo «ci sembra una scelta di coerenza - aggiunge - perché le consigliere Erika Guichardaz e Chiara Minelli hanno fin da subito lavorato rispettando gli indirizzi provenienti dagli organi del Pcp come l'assemblea e il Tavolo di coordinamento e di rispetto dei nostri elettori che hanno premiato questo Progetto con un programma molto dettagliato e innovativo». Se il gruppo non esclude qualche timore sulle possibili ripercussioni legali per il mantenimento del nome e del simbolo privato del logo del Partito democratico, Eugenio Torrione sgombera il campo da possibili ripercussioni della scissione del gruppo in Consiglio Valle sulla compagine del Pcp che guida la maggioranza in consiglio comunale di Aosta. «Lì il Progetto funziona, sta lavorando bene e in maniera coesa per cui speriamo che il Pd riconosca che la collaborazione in Comune ad Aosta è fattiva e che la porti avanti».