Profughi, giornata di solidarietà organizzata dalla parrocchia di Saint-Martin-de-Corléans
È stata davvero una bella iniziativa, quella organizzata sabato scorso, 21 maggio, dalla parrocchia di Saint-Martin-de-Corléans ad Aosta con don Nicola Corigliano che ha visto oltre al coinvolgimento dei volontari anche quello del gruppo folkloristico La Clicca de Saint-Martin-de-Corléans, presieduto da Nathalie Persod. A 43 profughi ucraini, che hanno trovato ospitalità da famiglie residenti in diversi Comuni valdostani, infatti, è stato offerto un pranzo e i membri de La Clicca de Saint-Martin-de-Corléans hanno proposto un momento di intrattenimento, coinvolgendo pure i rifugiati nei balli tradizionali e spiegando loro il funzionamento delle varie modalità con cui il gruppo suona il Fleyé. «È stata una bella giornata - dichiara la presidente de La Clicca de Saint-Martin-de-Corléans Nathalie Persod - alla quale abbiamo dato volentieri il nostro contributo con la speranza di regalare qualche ora di allegria e spensieratezza a persone in fuga dagli orrori della guerra».
per ora si sono interrotti
Per ciò che riguarda l’assistenza sanitaria, sono 258 i profughi sottoposti a visita sanitaria da parte dell’Azienda Usl. L’ambulatorio dedicato è aperto una volta la settimana, previa prenotazione attraverso un CUP dedicato. Sono 180 i cittadini ucraini che si sono iscritti al Servizio sanitario e hanno già proceduto alla scelta del medico di famiglia. Per quanto riguarda l’inserimento scolastico, i minori interessarti sono 92, in prevalenza nelle scuole primaria e secondaria di primo grado.
Nelle ultime settimane sono stati assegnati da parte della Fondazione Comunitaria della Valle d’Aosta i primi stanziamenti legati al fondo che vede coinvolti la Regione, il Cpel e il CSV, che ha raccolto finora 94mila euro. A 20 proprietari di alloggi è stato erogato un contributo alle spese una tantum di 150 euro, mentre 5 associazioni sono state destinatarie di un fondo a supporto delle attività di accoglienza.
Le strutture regionali coinvolte sono Protezione civile, Politiche sociali, Sanità e Salute, Affari di Prefettura, Azienda Usl, Croce Rossa Italiana, Caritas italiana, Coordinamento Solidarietà Valle d'Aosta, Caritas Diocesana e Comune di Aosta.
del Comune di Aosta
«Il progetto Sai si fonda sull'alleanza strutturale tra gli enti locali e il terzo settore - precisa Arnela Pepelar, del consorzio di cooperative Trait d'Union, gestore del progetto Sai in Valle d’Aosta - con 848 progetti in Italia, 320 enti locali aderenti e più di 25.000 posti disponibili». In Valle d’Aosta il progetto Sai mette a disposizione 25 posti a Saint-Vincent, Charvensod e Saint-Rhémy-en-Bosses, a cui si sono aggiunti i 12 di Aosta. Lo scorso anno, il Ministero ha chiesto di estendere l'accoglienza per i profughi afghani, con ulteriori 3.000 posti. Mahboobullah Akhtari, traduttore dell'ambasciata italiana a Kabul, è ospite con la sua famiglia da fine aprile. «Vivevamo a Kabul, siamo partiti ad agosto dello scorso anno dall’Afghanistan. Arrivati a Roma, abbiamo fatto i 14 giorni di quarantena nella base militare di Roccaraso, - racconta Mahboobullah Akhtari - poi nel Centro di accoglienza a Rieti, dove i miei figli hanno iniziato la scuola». Infine l’arrivo nella nostra regione. «Dobbiamo integrarci nella comunità. Siamo molto contenti di questa accoglienza e del nostro alloggio. - aggiunge Mahboobullah Akhtari - I valdostani sono molto bravi, gentili. Lavoravo in ambasciata, conoscevo qualche posto e, quando me lo hanno proposto, ho voluto venire qui».