Presunto rapimento di un bambino, la legale della madre: «Maltrattamenti non riscontrati»

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L’avvocata Carola Marzi, che assiste la donna gambiana che giovedì 6 giugno ad Aosta non si è presentata all'appuntamento per riconsegnare il figlio di 5 anni, dopo un incontro di 3 ore, agli zii con i quali è stato collocato da oltre 1 anno dal Tribunale per i minorenni di Torino, precisa che «Ho letto notizie non veritiere relativamente ad un presunto “rapimento” di minore da parte della madre. In qualità di legale della madre ritengo doveroso segnalare che i fatti sono stati narrati in maniera errata e parziale. La vicenda è nata a seguito della segnalazione, da parte degli zii, di presunti maltrattamenti da parte della madre ai danni del figlio minore. Tali presunti maltrattamenti non venivano tuttavia riscontrati nel corso della visita in Ospedale, alla quale i medesimi zii conducevano il bambino». L’avvocata Carla Marzi aggiunge che «Come di prassi in questi casi, tuttavia, in via preventiva ed a tutela assoluta del minore, il Tribunale per i minorenni disponeva l’allontanamento del bambino dalla madre e il suo collocamento temporaneo presso l’abitazione degli zii. La madre, dunque, non è mai stata dichiarata decaduta dalla responsabilità genitoriale, né il bimbo è mai stato affidato agli zii, che hanno rivestito il ruolo di semplici collocatari (affidamento e collocamento hanno due significati giuridici nettamente distinti)». L’avvoca Carla Marzi prosegue: «Il Tribunale per i minorenni ordinava quindi che venisse effettuata una valutazione della capacità genitoriale della mamma e che venissero attivate modalità di incontro protette madre-figlio. Veniva all'uopo nominata una équipe multidisciplinare, composta da un'assistente sociale, una psicologa ed un educatore, oltre che un mediatore interculturale, al fine di facilitare gli scambi di informazioni. Al termine del periodo di valutazione, la madre risultava idonea al proprio ruolo genitoriale e il Tribunale per i minorenni quindi autorizzava i Servizi sociali a prevedere un graduale ampliamento e la liberalizzazione delle visite madre-figlio. Le visite, dunque, al momento dei fatti narrati, non erano più protette, ma libere, con previsione della presenza del’educatore solo ed esclusivamente nel momento del passaggio del bimbo dagli zii alla madre e viceversa, momento delicato, che ancora presentava delle criticità». L’avvocata Carla Marzi evidenzia che «Non si intende discutere con gli organi di stampa delle motivazioni di tali difficoltà, né dell’allontanamento effettuato dalla madre: vi è un Tribunale che è a conoscenza dei fatti, a cui competerà di valutare quanto avvenuto negli ultimi mesi (e non un singolo comportamento, peraltro del tutto avulso dal contesto) e assumere decisioni».

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