Presentato sabato scorso con un concerto il disco che “racconta” i 70 anni di storia del Coro La Rupe
Era gremita di persone la chiesa parrocchiale di Quincinetto sabato scorso, 9 dicembre, per il quarto e ultimo appuntamento che ha scandito il 2023 per celebrare i 70 anni del Coro La Rupe, che per l’occasione ha presentato un disco che si intitola, appunto, “70”. Durante la serata sono stati eseguiti molti brani del disco, che è dedicato a tutti i coristi e direttori che hanno fatto parte del Coro, a partire dal gruppo che partecipò al primo concerto il 4 aprile del 1953.
«La storia di Quincinetto, il paese nel quale nasce il Coro La Rupe, è sempre stata accompagnata da un canto. - si legge nel libretto interno al disco - Esisteva la consuetudine, già secoli fa, di fermarsi a cantare sulla Rupe, la parete rocciosa che sovrasta il paese, quasi incombendo su esso.Si cantava poi in ogni casa, nelle stalle e nelle osterie: la musica ha sempre accompagnato la vita del paese scandendo le sue stagioni, tra cadute e rinascite. All’inizio dell'Ottocento, per iniziativa del canonico Enrietti, nacque una cantoria che contribuì a dare nozioni teoriche ai cantori e, soprattutto, a modellarne il gusto vocale. Alcuni giovani della Cantoria, nel 1952, con l'intento di approcciare un repertorio più popolare, presero l'iniziativa di formare il coro, che inizialmente si chiamava Coro Alpino di Quincinetto; solo alcuni anni dopo prese il nome di Coro La Rupe, in omaggio alla parete rocciosa e alle sue antiche evocazioni sonore». «Questo disco intitolato “70” vuole essere, insieme al docufilm La Rupe canta realizzato quest'anno, un tributo ai 70 anni del coro e a tutti gli uomini che, a vario titolo, ne hanno fatto parte. - prosegue il testo - In particolare racconta le fasi che hanno caratterizzato il percorso artistico del coro: dall'iniziale tributo al Coro La Sat (con la direzione di Tinivella, Enrietti e Truccato), all'originale lavoro compositivo di Dante Conrero e Gigi Valenzano, passando per il fondamentale contributo musicale di Edy Mussatti fino ad arrivare al periodo attuale, con la direzione di Domenico Monetta». Il disco contiene 20 brani.