Presentati i piani per la transizione energetica
Erano presenti sindaci, amministratori pubblici, piccoli imprenditori, esperti ambientali, gestori di società energetiche e privati cittadini al convegno nazionale sul Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile (Paesc) e Comunità Energetiche, tenutosi a Palazzo Marini mercoledì 3 maggio scorso, nel quale sono stati presentati per la prima volta i piani per la transizione energetica dei territori e il contributo delle Comunità Energetiche, sottoscritti dai sindaci dei sette Comuni canavesani di Borgofranco, Montalto, Burolo, Chiaverano, Lessolo, Quassolo e Quincinetto. «Nell’epocale discussione sulla problematica dell’energia e del cambiamento climatico ognuno deve fare la propria parte, direttamente, tramite i propri comportamenti, e indirettamente, tramite le comunità. - ha detto il sindaco di Borgofranco Fausto Francisca - Alcune risposte, per chi ha voluto sentire, ci sono state. Altre sono stare lasciate intendere. Insieme si potranno trovare quei finanziamenti necessari per realizzare la transizione energetica». I Comuni interessati sono oggi forniti del Piano che, con le azioni condivise, porterà a raggiungere le mete stabilite da Onu, Europa, Italia, Regione Piemonte, Città Metropolitana di Torino, Comuni e per finire da cittadini, singoli o associati. «L’importante è ora andare avanti insieme, senza guardare indietro, per raggiungere gli obiettivi prefissati per il 2030: meno emissioni di Co2, meno consumi, acquisti mirati, meno rifiuti e più riciclo, limitazione al consumo di suolo e allo spreco d'acqua, con tante azioni che tutte insieme permetteranno una miglior qualità della vita per noi e per i nostri figli e nipoti» ha continuato Fausto Francisca.
Come corollario del convegno, il successivo incontro a Roma, avvenuto giovedì scorso, tra l’Amministrazione comunale, in rappresentanza del Coordinamento Nazionale delle Agende 21 Italiane, e il Ministero dell’Ambiente, dove si è parlato di transizione energetica, di Comunità Energetiche, di progettazione europea, di progetto Life, di rapporti tra le associazioni di Comuni, di Bacini imbriferi montani, delle difficoltà "politiche" di costituire un Parco, della quasi impossibilità dei piccoli Comuni a partecipare direttamente al collegato ambientale, della difficoltà di formare personale comunale specializzato nei temi ambientali. «Non si può lasciare perdere il territorio: per fare “ambiente” necessariamente si parte da lì, dove esistono le superfici naturali su cui lavorare, compensative dei danni arrecati dalle grandi città. - ha concluso Fausto Francisca - Discutere di ambiente nelle metropoli è molto più facile che farlo nei piccoli Comuni, dove oltre alla carenza di personale, manca anche la formazione verso alcuni temi che oggi vanno per la maggiore». Un incontro importante che ha voluto essere un contributo di esperienze del Coordinamento delle Agende 21 al lavoro che giornalmente viene portato avanti dal Ministero dell'Ambiente, in modo da superare alcuni intoppi che bloccano l'applicazioni di alcune normative e soprattutto per sensibilizzare sull’importanza di agire nelle realtà urbane più piccole, quelle a diretto contatto col territorio e bisognose di risorse particolari per promuovere iniziative inerenti a queste tematiche.