Preoccupazione per le limitazioni sul raccordo autostradale A4/A5 Il presidente Renzo Testolin ha chiesto un incontro con il gestore
Da giovedì scorso, 14 dicembre, i tir con massa a pieno carico superiore alle 19 tonnellate non possono percorrere in entrambe le direzioni il raccordo Ivrea-Santhià delle autostrade Torino-Milano e Torino-Traforo del Monte Bianco. Il tratto è quello tra l’interscambio A4 – A26 di Santhià e lo svincolo di Albiano. E da metà gennaio le restrizioni aumenteranno: doppio senso di marcia per i veicoli leggeri e stop ai mezzi con peso superiore alle 3 tonnellate e mezzo, nella carreggiata in direzione Ivrea.
Le interruzioni, dovute alla necessità di lavori sul viadotto Camolesa, hanno scatenando un'ondata di reazioni in Valle d'Aosta e Piemonte. Nella nostra regione il presidente degli albergatori Luigi Fosson ha ricordato come l'autostrada della Bassa Valle sia perennemente in sofferenza nei fine settimana. L'ultimo caso sono state le lunghe code durante il ponte dell'immacolata, con file da Verrès fino all'innesto con Santhià.
Rete autostradale che sarà messa alla prova anche con la chiusura della ferrovia per l'elettrificazione. Da mercoledì 3 gennaio infatti partirà il servizio di bus sostitutivi che comporterà un deciso aumento del traffico.
Non solo Adava, anche Confcommercio, Cna, Confindustria e Confartigianato hanno espresso preoccupazione, per la gestione complessiva del traffico merci, in concomitanza con la riapertura del Traforo del Monte Bianco, da ieri venerdì 15 dicembre alle 16.
Per questo, il presidente della Regione Renzo Testolin ha chiesto un incontro urgente con Ativa, la società concessionaria dell'Anas che gestisce l'A5 da Torino a Quincinetto e la A55 tangenziale di Torino. In una lettera, inviata per conoscenza anche al Ministero dei Trasporti, alla Presidenza del Piemonte e agli operatori infrastrutturali ed economici della regione, ha chiesto informazioni sulla tempistica dei lavori - che non è stata resa nota da Ativa - e un incontro per "trovare idonee soluzioni per affrontare insieme la problematica, affinché non vengano penalizzate le esigenze dei territori interessati".
L’ira degli imprenditoriLe principali associazioni imprenditoriali valdostane esprimono "profondo disappunto" per l'istituzione del doppio senso di marcia a partire dalla metà del mese di gennaio 2024 nel raccordo autostradale A4-A5 Ivrea-Santhià sulla carreggiata in direzione Ivrea, con il divieto di transito per i mezzi con massa a pieno carico superiore alle 3,5 tonnellate in entrambe le direzioni a partire da giovedì scorso. In una nota congiunta firmata da Adava, Confcommercio, Confindustria, Confartigianato, Cna e Coldiretti della Valle d'Aosta, le associazioni imprenditoriali sottolineano che "la complessa situazione logistica, combinata con queste nuove restrizioni, comporterà inevitabilmente ripercussioni negative sull'intera economia locale e sulla mobilità di residenti, turisti e imprese".
Il presidente dell'Adava, Luigi Fosson, spiega che "le restrizioni al raccordo A4/A5 avranno un impatto significativo sul turismo valdostano, già provato da altre criticità logistiche". E aggiunge: "È sufficiente considerare che sia sabato che domenica scorsi, in occasione del ponte dell'Immacolata, a partire già dal primo pomeriggio, la rete autostradale valdostana era in sofferenza con una coda continua da Verrès sino all'innesto di Santhià. A volte mi domando che cosa spinga questi nostri ospiti e turisti a ritornare nei fine settimana successivi dopo un'esperienza di questo tipo. Come categoria chiediamo un'attenzione particolare a questa criticità per salvaguardare il turismo in Valle d'Aosta".
Per il presidente di Confcommercio Valle d'Aosta, Graziano Dominidiato, le nuove limitazioni al traffico influenzeranno pesantemente anche il settore commerciale. "Soprattutto nei periodi di festività, una parte rilevante dei consumi e degli acquisti nel nostro settore sono effettuati da parte di turisti che raggiungono la città di Aosta e le molte località turistiche montane valdostane" dice. Francesco Turcato, presidente di Confindustria della Valle d'Aosta, aggiunge che "La limitazione al transito dei mezzi pesanti comprometterà la catena di approvvigionamento e la distribuzione dei prodotti industriali. Chiediamo un dialogo costruttivo con le istituzioni per trovare soluzioni che garantiscano la continuità operativa delle aziende e la sostenibilità del settore industriale in Valle d'Aosta".
Andrea Caruso, neo presidente di Cna Valle d'Aosta, ricorda che "a partire dal nuovo anno, l'unico modo per raggiungere la nostra regione sarà per mezzo del trasporto su strada, con un aumento notevole di traffico su gomma". "Questi lavori andranno sicuramente ad intensificare i rallentamenti autostradali rendendo ancora più complicati gli spostamenti da e per la nostra regione. Siamo consapevoli che è fondamentale salvaguardare la sicurezza delle persone e degli utenti, ma, proprio per questo, sarebbe stato auspicabile un monitoraggio delle infrastrutture più puntuale, un coordinamento nella pianificazione lavori più attento e sul lungo periodo, in modo da non doverci trovare come ora una regione quasi inaccessibile".
Le associazioni imprenditoriali sottolineano che "su iniziative di questo genere che inevitabilmente influenzano l'intera economia e società, sarebbe stato auspicabile un confronto preventivo quantomeno con l'amministrazione regionale se non anche con le organizzazioni di rappresentanza degli operatori economici".
Preoccupata la Chambre
Anche la Chambre Valdôtaine e Unioncamere Piemonte esprimono forte preoccupazione perchè “l’intervento rende ancora più complessa una situazione infrastrutturale già di per sé delicata a seguito delle previste chiusure periodiche del Traforo del Monte Bianco, dei lavori al traforo del Gran San Bernardo, della prossima chiusura della tratta ferroviaria Aosta-Ivrea per i lavori di elettrificazione e dei disagi conseguenti all’evento franoso che ha colpito il Traforo del Fréjus”.
“L’intervento previsto sul raccordo - spiegano i presidenti della Chambre Roberto Sapia e di Unioncamere Piemonte Gian Paolo Coscia - è solamente l’ultimo tassello di un quadro che evidenzia la necessità di porre la massima attenzione su tutta la rete infrastrutturale del Nord Italia. Monte Bianco, Gran San Bernardo, Fréjus, ferrovia e autostrada rappresentano infatti importante snodo dal punto di vista dei collegamenti turistici, ma anche una fondamentale via di passaggio per le merci dirette sul mercato Francese e Svizzero e più in generale in Europa”.
“La fragilità dimostrata dalle reti di collegamento - concludono - sta provocando inevitabili conseguenze non solamente ai diversi settori economici valdostani, ma, più in generale, per tutto il comparto produttivo del nord ovest e necessità quindi della massima attenzione oltre ad una attenta pianificazione degli interventi al fine limitare al massimo disagi per tutte le categorie produttive”.