Preoccupazione per la cancellazione dell'edizione della notte del telegiornale

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Preoccupazione per la cancellazione dell'edizione della notte del telegiornale regionale e per la riduzione della copertura del servizio di ritrasmissione dei canali francofoni in Valle d'Aosta. Lo esprimono i lavoratori della sede Rai di Saint-Christophe, in Valle d'Aosta, in una nota diffusa dalle rsu. Vi si esprime «tutta la preoccupazione sul futuro del servizio pubblico territoriale», dopo le «recenti scelte aziendali». Sulla «cancellazione della terza edizione della Tgr», l'azienda «ha avuto un esiguo risparmio derivato dai turni maggiorati che riguardano principalmente il personale tecnico e di segreteria, e ha portato soprattutto una riduzione dell'offerta proposta dal servizio pubblico sul territorio», scrivono. Sulle frequenze, i lavoratori della sede valdostana e della Rai Way «vedono con preoccupazione come l'attuazione dello switch-off, dovuto all'adeguamento delle frequenze di trasmissione volto ad aumentare lo spazio destinato al 5G, abbia evidenziato una grave situazione di oscuramento parziale del mux francofono». Le rsu ricordano poi che «in seguito al bando europeo per l'assegnazione delle frequenze, RaiCom ha perso la gara e i diritti di ritrasmissione del mux francofono (France 2, Rts 1 e Tv5 Monde), servizio finora erogato da Rai Way. A partire dal 3 gennaio questi diritti sono in mano a Ei Tower, azienda nata da un ramo del gruppo Mediaset».

Quanto alla copertura sul territorio valdostano di EI Tower, le rsu parlano di circa il 74 per cento, ossia l'asse centrale della Valle. Rai Way invece «garantisce un servizio di copertura del 99,9 per cento del territorio, coprendo anche quelle vallate a rischio di spopolamento. Tutto ciò anche grazie all'investimento di risorse pubbliche statali e regionali passate». Non manca poi «forte perplessità sul fatto che la convezione Stato-Regione per la tutela della lingua francese, prorogata ufficiosamente fino a ottobre 2022, ad oggi non ancora pubblicata sulla Gazzetta ufficiale, non abbia preso in considerazione questi aspetti, soprattutto in una fase, in cui è in corso il rinnovo del Contratto di servizio». E ancora, il sindacato interno denuncia «la cronica mancanza di risorse umane, investimenti tecnologici e un piano serio di digitalizzazione della Teca, contenente 40 anni di produzione regionale». Insomma, «viene da chiedersi se la scelta di aver rinunciato a una parte cospicua della convenzione, oltre al gettito economico che questa comporta, sia espressione da parte della Rai di una mancata tutela verso la lingua francese e le altre minoranze linguistiche, fondamentale per un adeguato servizio pubblico per la Valle d'Aosta».

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