«Premio di maggioranza al 37,5 per cento»

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«La legge elettorale regionale, oltre a prevedere la conferma dello spoglio centralizzato e l'introduzione della preferenza unica, deve garantire la stabilità della nostra Regione». Lo sostengono i gruppi consiliari di Union Valdôtaine, Union Valdôtaine Progressiste, Alpe, Stella Alpina e gruppo misto (Pour Notre Vallée ed Emily Rini), che hanno presentato un emendamento alla proposta di legge in materia di elezioni del Consiglio Valle volto a fissare il premio di maggioranza al 37,5 per cento «nel rispetto delle sentenze della Corte costituzionale e di quanto richiede la comunità valdostana a gran voce».

«Riteniamo - commentano - che le urgenze del nostro sistema elettorale siano 2: la segretezza del voto e la governabilità. Trattandosi di un tema che riguarda l'intero Consiglio regionale e vista la richiesta di tutti i gruppi politici di ritornare in Commissione per approfondire ed eventualmente condividere le modifiche al testo depositate in Aula, abbiamo deciso tutti assieme di sottoporre la proposta di legge all'attenzione dell'Assemblea per il voto definitivo a inizio del prossimo anno. Questa tematica, infatti, non ammette ulteriori deroghe».

Contrarietà all'ipotesi di riforma elettorale regionale che prevede un premio di maggioranza per chi ottiene il 37,5 per cento dei voti è espressa in una nota da Daria Pulz, consigliera regionale di Impegno Civico. Tale modifica legislativa «regalerebbe - afferma - un'ingiustificata e illegittima sovra-rappresentazione consiliare alla compagine destinataria del premio, cui non farebbe peraltro da contraltare alcuna "solidità" di governo: nulla impedirebbe agli stessi beneficiari del premio di separarsi dalla compagine per presentare una mozione di sfiducia costruttiva». «Soprattutto, è la ricerca della cosiddetta governabilità per via legislativa che ci vede critici», spiega la consigliera di Impegno civico. «Gli effetti prodotti, anche a livello nazionale, dalla retorica della governabilità sono ancora oggi sotto i nostri occhi: - aggiunge - il ritorno del mito del capo - e Max Weber sottolineava come dietro un capo carismatico si nasconde perlopiù un despota mascherato - la personalizzazione della politica, la delegittimazione dei corpi intermedi, il progressivo deperimento delle assemblee rappresentative».

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