Poste, la pandemia ritarda le assunzioni

Poste, la pandemia ritarda le assunzioni
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Anche il servizio postale della nostra regione ha dovuto fare i conti con gli effetti della pandemia con il conseguente rallentamento della prevista riorganizzazione aziendale, che avrebbe dovuto portare a nuove assunzioni. «La parte più delicata di questa riorganizzazione - sottolinea Maurilio Rosset (foto), segretario regionale del sindacato UilPost - riguarda l'immissione di nuovo personale soprattutto nel settore del recapito. In questo senso l'azienda ha fatto una scelta ben precisa volendo andare a premiare coloro che, titolari di un contratto a tempo determinato e con almeno nove mesi di lavoro alle spalle, hanno dimostrato di saper svolgere bene il loro impiego. A queste persone è stata data la possibilità di entrare in una specifica graduatoria dalla quale l’azienda può attingere per le assunzioni a tempo indeterminato. Questo passaggio sarebbe dovuto servire a colmare la necessità di personale, come noi da anni lamentiamo, nel recapito, percorso rallentato dall'epidemia in atto».

«Per quello che riguarda gli sportelli invece sono due gli strumenti utilizzabili per le assunzioni. Innanzitutto la chiamata diretta, quindi la possibilità per le Poste di scegliere il candidato attraverso il curriculum presentato. L'altra è la possibilità di attingere da un bacino di persone già presenti in azienda, situazione che permetterebbe ai portalettere con i requisiti di accedere al lavoro d'ufficio». Complici le nuove tecnologie, il settore del recapito si è trasformato adattandosi alle mutate esigenze. «E' sempre più impattante il numero dei pacchi da consegnare e questo servizio è importante soprattutto nelle vallate. A tale riguardo l'azienda non si è fatta trovare impreparata implementando l’organico per offrire un servizio sempre più funzionale agli utenti. In Valle d'Aosta con la riorganizzazione, le zone da coprire con il recapito sono circa un centinaio e sono centodieci le unità lavorative a disposizione. Quindi al momento abbiamo a disposizione anche una sorta di “scorta”».

«Per quanto riguarda la sportelleria - conclude Maurilio Rosset - lamentiamo ancora una carenza di personale e benché vi siano state delle nuove immissioni non siamo a posto e nelle prossime settimane porteremo all'attenzione dell'azienda queste difficoltà per trovare la soluzione più adatta al problema. Negli ultimi mesi soprattutto in Bassa Valle gli uffici postali hanno iniziato a lavorare a giorni alterni, una decisione presa principalmente per tutelare la salute dei lavoratori. Una volta terminata l'emergenza sanitaria confidiamo che gli uffici tornino ad essere aperti sei giorni alla settimana. Sarà comunque il post pandemia a farci capire meglio dove l'azienda vuole arrivare sull’importante tema delle nuove assunzioni».

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