«Possono coesistere l’area archeologica e l’ampliamento dell’Ospedale “Parini”»

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L’area archeologica e l'ampliamento dell'Ospedale regionale “Umberto Parini” possono coesistere: è quanto emerso durante le ultime audizioni che la terza e la quinta commissione del Consiglio Valle hanno condotto martedì scorso, 4 maggio, nell'ambito della trattazione della petizione popolare promossa dal Comitato Vallée Santé per chiedere di valutare una riorganizzazione sanitaria, ospedaliera e territoriale sulla base del "Progetto salute 2030".

«Abbiamo concluso il ciclo di audizioni relativo alla petizione, decidendo di sentire congiuntamente l'assessore alla Sanità Roberto Barmasse, i progettisti della Société Infrastructures Valdôtaines (Siv), la direzione strategica dell'Usl VdA, il commissario straordinario delegato per l’attuazione della riorganizzazione ospedaliera Raffaele Rocco e l'architetto Giulio Felli, progettista del Centro Studi Progettazioni Edilizie di Firenze. - spiegano in una nota congiunta i presidenti della terza e della quinta commissione Albert Chatrian ed Erika Guichardaz - Durante il confronto è stato comunicato che è stata trovata la sintesi tra la Soprintendenza per i Beni e le attività culturali e i progettisti circa la coesistenza della fruizione degli importanti ritrovamenti archeologici, in particolare il tumulo funerario del guerriero celtico, con il progetto relativo all'ospedale, che prevede la creazione di due nuovi poli dedicati all'alta intensità di cura e all'universo materno infantile e la rivitalizzazione dell'ospedale Mauriziano attraverso la demolizione delle parti aggiunte negli anni. Un progetto totale di ampliamento del “Parini” che, ci è stato assicurato, risponde a tutte le esigenze della comunità valdostana, inserito in un contesto di ripensamento del sistema sanitario regionale».

«Nel corso di queste settimane abbiamo effettuato diverse audizioni, in modo da approfondire la questione ed avere un quadro il più possibile completo: - proseguono Albert Chatrian ed Erika Guichardaz - sono stati sentiti Fabio Inzani, progettista della Tecnicaer Engeenering Srl di Torino (società specializzata in ospedali e strutture socio-assistenziali), le delegazioni delle varie organizzazioni sindacali e Albert De Pineda Alvarez, esperto di architettura ospedaliera, insieme all’ingegnere Francesco Ruggiero della società Steam. Grazie a questi incontri e alla disponibilità degli auditi, dei dubbi e delle criticità sollevate dalla petizione sono stati fugati». «I lavori riguardo alla petizione non sono ancora terminati. - concludono Albert Chatrian ed Erika Guichardaz - Lunedì 10 maggio ci incontreremo ancora una volta per approvare la relazione conclusiva, che sarà quindi sottoposta all'attenzione dell'Aula, iscrivendo l'argomento all'ordine del giorno suppletivo dell'adunanza della prossima settimana».

Il Savt: “Bene, ora accelerare l’iter”

Bene la possibilità di far coesistere sito archeologico ed ospedale: adesso si acceleri con l’iter di realizzazione del progetto. A dirlo è il Savt - Syndicat Autonome Valdôtain des Travailleurs. «Il Savt auspica che finalmente ci sia un’accelerazione nella direzione del completamento del nuovo sito ospedaliero. - si legge in un comunicato - Dopo tanti anni di attesa e di rallentamenti è quanto mai urgente arrivare alla “posa della prima pietra”, che anche psicologicamente darebbe un segno di rilancio ad una sanità valdostana messa a dura prova dalla pandemia. L’emergenza Covid-19 ha, infatti, fatto venire a galla i limiti di un sistema che deve essere sicuramente rivisitato con la realizzazione di un’unica rete ospedaliera costituita da un nuovo ospedale di alta intensità di cura, suddiviso in poli diversi, ma collegati tra di loro, che doni organicità all’offerta sanitaria per acuti, distinta ma vicina e unita ai servizi all’utenza, e agli ambulatori che potrebbero trovare una collocazione separata nell’attuale “Parini”. Tale soluzione darebbe una molteplice risposta alla sanità valdostana e porrebbe fine alle annose criticità organizzative, logistiche ed economiche derivanti da un sistema ospedaliero ad oggi delocalizzato su tre distinti edifici ospedalieri - Parini/Beauregard/Saint-Martin - lontani e non collegati tra loro. Quanto mai urgente è poi aprire la discussione sul nuovo piano socio-sanitario, all'interno del quale si dovranno anche trovare le soluzioni per rivedere l'organizzazione e la gestione del territorio, visto che la pandemia ha messo in luce tutti limiti dell'attuale modello regionale».

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