Pontey piange Dario Bich, sindaco per 12 anni Una vita sempre al servizio della sua comunità

Pontey piange Dario Bich, sindaco per 12 anni Una vita sempre al servizio della sua comunità
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Una persona che ha servito la comunità con dedizione e competenza, con passione ed equilibrio, senza mai aspettarsi nulla in cambio. L’ex sindaco di Pontey Dario Bich si è spento sabato scorso, 2 dicembre, alla Domus Pacis di Donnas, all’età di 74 anni. I suoi funerali sono stati celebrati lunedì in forma privata. Nato a Pontey il 3 febbraio 1949, di formazione perito aziendale, aveva iniziato la sua avventura in Comune da giovanissimo: nel 1970 era stato eletto a soli 21 anni in Consiglio comunale tra i banchi della minoranza. Dal 1975 al 1983 fu consigliere di maggioranza, dal 1980 assessore fino al 1988 quando divenne vice sindaco per poi vestire la fusciacca dal 1993 al 2005. La sua Amministrazione ha realizzato diversi progetti che tuttora sono sotto gli occhi di tutti: l’area sportiva con 2 campi da tennis, la centralina idroelettrica comunale, la palestra scolastica, il gonfalone, lo stemma comunale, il libro su Pontey; Dario Bich ha anche inaugurato la microcomunità. Senza dimenticare il premio “Difensore ideale dei bambini” dell’Unicef con cui si era impegnato a convocare una volta all’anno un Consiglio comunale dedicato ai problemi dell’infanzia del paese. Di carattere riservato, svolgeva il suo ruolo di amministratore con scrupolo, educazione, sensibilità e rispetto, parole che per lui rappresentavano un solido codice morale da seguire ovunque, con chiunque. La sua attenzione verso il prossimo traspare anche dai suoi trascorsi da avisino e dalla sua esperienza tra gli “angeli del fango” in occasione dell'alluvione di Firenze del 1966. Successivamente lavorò nelle Acli e poi alla Comunità montana Monte Cervino dove accompagnava personalmente gli anziani ai soggiorni marini. «Di uno di questi viaggi papà mi raccontò con commozione di quell’anziano montanaro che, vedendo per la prima volta in vita sua il mare, si mise a piangere» ricorda il figlio Matthieu. Convinto autonomista, ha militato per molti anni in diversi movimenti regionalisti: Democratici Progressisti, Adp, Stella Alpina e Fédération Autonomiste. A chi lo punzecchiava dicendo che 74 Comuni in Valle d’Aosta erano troppi, lui rispondeva scuotendo la testa salvo poi infervorarsi per la difesa dell’autonomia del suo adorato Comune.

Amava cercare funghi e minerali nei boschi, fare fotografie e trascorrere del tempo nella sua casa di montagna a Bellecombe, dove preparava con cura e puntiglio i suoi discorsi da sindaco. La sua più grande passione, infatti, è sempre stata la politica e per essa ha sacrificato tempo ed energie, e anche la salute. In tarda età la sua vita è stata segnata dalla perdita della parola per un tumore, la peggior maledizione per un politico di razza. Si è infine trovato imprigionato in un corpo di cui ha perso a poco a poco il controllo a causa di quella vigliacca e subdola malattia degenerativa che è il Parkinson. Lascia la moglie Rita Lavoyer, il figlio Matthieu - formatore all’istituto Cnos Fap Don Bosco di Châtillon - e il ricordo di una persona che ha sempre agito con impegno per il bene della propria comunità.

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