Pont dice addio a Massimo Cretaz, il geometra con il calcio nel cuore

Pont dice addio a Massimo Cretaz, il geometra con il calcio nel cuore
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C’era, e rimarrà per sempre, un legame speciale tra Massimo Cretaz - geometra per 40 anni alle dipendenze della Regione, nel settore delle Opere pubbliche, scomparso prematuramente all’età di 68 anni, dopo un periodo di malattia - e il figlio Roberto, 45 anni, noto allenatore di calcio. Anche il geometra di Pont per un certo periodo di tempo, negli anni Ottanta e Novanta, era stato allenatore di calcio, e aveva seguito i ragazzi delle squadre del Pont Donnaz e della Alta Valle del Lys (giovani che ancora oggi ricordano il loro “mister”) e per primo aveva accompagnato la carriera calcistica di Roberto, per una parte della scorsa stagione allenatore del PDHAE (Pont Donnaz Hône Arnad Evançon) in Serie D e fino allo scorso mese di settembre della Castellanzese in Lombardia, sempre in Serie D.

Carattere gioviale e aperto, sempre pronto alla battuta, il geometra Massimo Cretaz aveva coordinato per molti anni numerosissimi cantieri della Bassa Valle, soprattutto opere idriche e costruzioni di argini, non tralasciando mai la sua passione per lo sport e soprattutto per il calcio. Per un decennio, dal 2002 al 2012, la sua famiglia aveva anche gestito una tabaccheria nel centro del paese. Roberto ora ricorda gli anni in cui il papà lo accompagnava nelle trasferte calcistiche, anche fuori regione, chilometri e chilometri trascorsi insieme in auto. «Più che padre e figlio, eravamo come fratelli, uniti dalla passione comune per il calcio. Innumerevoli le battute e gli aneddoti che hanno segnato il nostro rapporto» racconta il figlio, che ricorda anche un'altra qualità del genitore, la generosità, e l’istinto di fare sempre un gesto verso i più sfortunati.

Grande tifoso juventino, Massimo Cretaz era presente alla tragedia dello stadio dell’Heysel di Bruxelles il 29 maggio 1985, poco prima dell'inizio della finale di Coppa dei Campioni di calcio tra la Juventus e il Liverpool, nella quale morirono 39 persone, di cui 32 italiane, e ne rimasero ferite oltre 600. Da allora preferiva non andare più allo stadio, se non accompagnato dal figlio Roberto. Poco dopo la pensione, 6 anni fa, il geometra di Pont aveva iniziato ad accusare alcuni disturbi neurologici, che poco per volta inesorabilmente gli avevano limitato la vita quotidiana. Negli ultimi tempi ha dovuto essere ricoverato all’ospedale di Aosta, ma la situazione era poi peggiorata negli ultimi giorni: è mancato lunedì mattina nella sua abitazione, circondato dall’affetto dei familiari, la moglie Elinda Boero, 68 anni, Roberto e l’altra figlia Federica, 41 anni. Lascia anche l’anziana madre di 92 anni, Ampelia Basso. Il rosario è stato recitato giovedì 24 nella chiesa parrocchiale di Pont-Saint-Martin e i funerali si sono svolti ieri - venerdì 25 novembre - sempre nella chiesa parrocchiale. La salma è poi stata poi tumulata nel cimitero di Pont.

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