Pochissimi gli alberghi aperti a Breuil Cervinia “Lavoriamo in perdita per offrire un servizio”

Pochissimi gli alberghi aperti a Breuil Cervinia “Lavoriamo in perdita per offrire un servizio”
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«Sì, siamo aperti anche nelle vacanze di Natale». Parole di Egidio Sertorelli, del Sertorelli Sport Hotel, 4 stelle di Breuil-Cervinia. Le strutture ricettive che non chiuderanno durante le feste di fine anno (probabilmente) senza turisti all’ombra del Cervino si contano sulle dita di una mano. E il Sertorelli è una di queste. «Abbiamo aperto a fine ottobre, e subito abbiamo vissuto un momento di euforia con gli sciatori agonisti provenienti da tutto il mondo». E adesso? «Ora viaggiamo a fari spenti, però quantomeno un minimo di servizio bisogna offrirlo, anche nel rispetto della nostra località. - prosegue Egidio Sertorelli - Ieri sera per esempio abbiamo avuto due tecnici della Telecom. Per i prossimi giorni ospiteremo i partecipanti a un corso di soccorso alpino. Qualcuno che ha bisogno di una sistemazione c’è sempre. E trova la nostra porta aperta, anche durante le prossime vacanze di Natale. Lo facciamo pur sapendo che saremo in perdita». Il Sertorelli ha settanta camere e, oggi, una dozzina di dipendenti, «Ora impegnati perlopiù nelle manutenzioni. Però il nostro è un albergo aperto dal 1894 e sa cosa diceva mia nonna? Oltre alla polpa, ci sono le ossa…».

Sono undici invece le camere dell’Hotel Meynet, sempre a Breuil-Cervinia. Zero dipendenti: «La nostra è una struttura piccola, con questo poco lavoro bastiamo noi di famiglia» racconta Antonello Meynet, titolare dell’albergo. Anche loro sono aperti e lo rimarranno durante le feste di fine anno. «Se per puro caso passa qualcuno per lavoro, oppure i ragazzi degli sci club: noi ci siamo, diamo un servizio al paese. E per non impazzire. Cerchiamo un minimo di normalità, spolveriamo…» prosegue Antonello Meynet. Da ottobre a oggi come è andata? «Forse una o due camere a settimana, per una notte. Mi sono spiegato? E ora fino a febbraio non abbiamo prenotazioni».

Per il resto, la località ai piedi del Cervino si presenta in una situazione desolante se paragonata con le normali festività natalizie (a pagina 13 un altro servizio dedicato agli impianti). Qualche bar e alcuni negozi aperti, ma nemmeno tutti. E la gran parte degli alberghi chiusi e con le prenotazioni che slittano in avanti ogni settimana. «Hanno aperto tre nuove piste per le ciaspole: bene, però per noi è insufficiente. - dice Palmira Neyroz, referente Adava e titolare dell’Hotel Edelweiss - L’incertezza è totale. Non sappiamo cosa succederà a gennaio quindi organizzarsi è difficile. Prenotazioni? Qualcosa per gennaio, ma davvero poco. E poi a febbraio, qualche straniero in più».

«La situazione è critica: gli alberghi stanno chiusi per salvare il salvabile e riaprire poi quando il momento sarà più favorevole. - commenta la presidente del Consorzio Cervino Turismo Barbara Zavattaro - La nostra regione è particolarmente penalizzata in questa situazione. I bar che facevano asporto adesso propongono pure il servizio al tavolo ma quelli che erano chiusi sono rimasti chiusi. Prenotazioni? Cominciano da marzo in avanti. Con ciò che accade in tutta Europa non c’è da stupirsi».

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