Pista poderale al Col Ranzola, le ragioni dei Sindaci “Siamo i primi a pensare alla tutela della montagna”
«La pista poderale al Col Ranzola, di collegamento tra i Comuni di Brusson e Gressoney-Saint-Jean, è un’opera di cui si parla da moltissimo tempo e che può avere ricadute importanti in termini di turismo, sicurezza e valorizzazione dell’agricoltura». I sindaci di Gressoney-Saint-Jean Mattia Alliod e di Brusson Danilo Grivon non ci stanno a passare come promotori di un intervento ai danni dell’ambiente. La questione è stata discussa in Consiglio Valle giovedì 21 dicembre scorso e la consigliera di Progetto Civico Progressista Chiara Minelli aveva parlato di «un intervento che, nei termini in cui è stato posto, appare insensato» paventando un futuro «via vai di motori».
La Giunta regionale ha recentemente individuato tra gli interventi a valere sul Fondo per lo sviluppo delle montagne italiane la riqualificazione della strada intervalliva (che per la verità nella parte sommitale è da realizzare “ex novo”) per una spesa totale di circa 4,7 milioni di euro (2,9 dal Fondo). Un passo in avanti deciso verso la realizzazione della pista, che ha fatto storcere il naso agli ambientalisti.
Mattia Alliod: “Agevolerà i conduttori degli alpeggi”
«Come Sindaco, come gressonaro e come valdostano sinceramente faccio fatica a trovare degli aspetti negativi nella realizzazione dell’opera. - dichiara il sindaco di Gressoney-Saint-Jean Mattia Alliod - Innanzitutto parlare di progetto è prematuro, dal momento che quello che abbiamo oggi è uno studio di fattibilità. Dal lato di Gressoney le valenze che rendono questo progetto unico e utile per la mia comunità sono molteplici e riguardano più aspetti: agricolo, turistico e ultimo ma non meno importante quello di Protezione civile. Partiamo dall’aspetto agricolo: sul nostro versante sono presenti 2 alpeggi. Una pista sicuramente agevolerebbe le condizioni di vita degli stessi conduttori. Vogliamo che i territori siano mantenuti e non abbandonati, allora bisogna dare la possibilità a chi li gestisce di avere condizioni di lavoro e di vita agevoli proprio per un mantenimento del territorio stesso».
“Forte valenza turistica”
«Di questo collegamento si parla da diversi anni, da prima che io nascessi nel 1982. - prosegue Mattia Alliod - È indiscutibile che anche sotto il profilo turistico avrebbe una forte valenza. Negli ultimi anni nei Comuni turistici di montagna come il mio c’è stato un boom esponenziale delle e-bike e questa pista permetterebbe di ampliare sicuramente un’offerta dove la richiesta è altissima. Sarebbe un’occasione in più per far conoscere la Valle d’Aosta, per creare percorsi e sinergie dedicate tra Comuni e vallate intere. Siamo molto vicini ma allo stesso tempo diversi, ognuno con le proprie peculiarità, tradizioni e caratteristiche che ci contraddistinguono e questa sarebbe sicuramente un’opportunità per permettere questi scambi, anche in chiave culturale».
“Garantirebbe la sostenibilità dell’impianto del Weissmatten”
«Dal nostro versante - dice ancora il sindaco Mattia Alliod - la pista consentirebbe una rivalutazione dell’offerta turistica permettendo non solo percorsi per bike e e-bike ma darebbe la possibilità di implementare attività invernali con percorsi di ciaspole e sci alpinismo dedicati dato che dal nostro versante sull’ipotesi del tracciato è stata verificata la non sussistenza di pericolo valanghivo. Il cambio climatico è in atto e questo sarebbe un ottimo piano B ad inverni con scarso innevamento naturale e con alte temperature ben al di sopra delle medie stagionali. Sarebbe un modo per anticipare l’estate e allungare l’autunno rivalutando completamente quella zona e garantirebbe un’opportunità di sostenibilità dell’impianto del Weissmatten fruito maggiormente sia da pedoni che da ciclisti della nuova pista».
“Alternativa in caso di emergenze”
«Poi c’è l’aspetto di viabilità alternativa in caso di emergenza. - insiste Mattia Alliod - Il 3 è 4 ottobre 2020 io c’ero a presidiare e monitorare il mio territorio sperando che il limite neve si abbassasse e c’ero sempre quando il Sindaco di Gaby mi ha chiamato per avvisarmi che eravamo isolati a seguito del crollo del ponte di Gaby! Bene, vi assicuro che se avessimo avuto questa pista poderale sarebbe stata sicuramente un’opportunità in più, un’alternativa. Per non parlare che potrebbe essere sfruttata come pista tagliafuoco in caso di incendi boschivi, aiuterebbe sicuramente al monitoraggio e a un mantenimento del territorio permettendo agli addetti ai lavori di accedere più agevolmente».
“Alcuni esprimono giudizi senza sapere nulla. E dalla Minelli neanche una telefonata”
In merito alle perplessità degli ambientalisti e al dibattito in Consiglio Valle, il sindaco di Gressoney-Saint-Jean Mattia Alliod affonda il colpo. «Io sono abituato ad esprimere commenti e osservazioni solo dopo un’informazione adeguata. - attacca - Non è mia abitudine sparare a zero o esprimere giudizi senza conoscere. Prima mi informo e poi parlo. Sono un’amante della natura e della montagna che ci circonda e in cui abbiamo la fortuna di vivere. Da amministratore e uomo ho un profondo rispetto dell’ambiente e onestamente non comprendo come certe persone possano dare giudizi senza neanche sapere di cosa si stia parlando. Ad oggi ricordo che c’è solo uno studio che tra l’altro non è ancora stato divulgato, quindi chi parla non ha la più vaga idea di dove passi il tracciato, di come si sviluppi il percorso, di quanto sia larga la pista. Trovo che questo sia un processo alle intenzioni ancora prima di avere una progettualità concreta sulla quale potersi esprimere».
«Sono stupito del modus operandi di certe persone che fanno interpellanze senza informarsi e confrontarsi prima con chi i territori li vive, li gestisce e li amministra! - conclude Mattia Alliod - Non c’è ancora un progetto, non hanno ancora visto uno studio e puntano già il dito dando sentenze! Nel mio caso almeno una telefonata da parte della consigliera Minelli, essendo l’unica consigliera regionale di zona, l’avrei apprezzata e sarebbe stata l’occasione di un sano confronto costruttivo ma probabilmente non era questo lo scopo dell’interpellanza. Ricordo che nella valle del Lys, a differenza di altri Comuni di Media Valle della stessa vallata, questo tratto di pista sarebbe il completamento dell’unica pista poderale presente nel mio Comune. Per concludere, molto bella e toccante la citazione di Tolstoj: peccato si riferisse a metà del 1800. Se successivamente i nostri avi non fossero stati lungimiranti con lo sviluppo e la valorizzazione dei territori che hanno portato ad essere le realtà e le mete turistiche rinomate di oggi con creazione di impianti di risalita che hanno dato la svolta in chiave turistica e creato un indotto economico non indifferente di queste vallate, per non parlare dei posti di lavoro creati, cosa saremmo oggi? Cosa ci sarebbe? Lascio la risposta ad ognuno di noi in piena coscienza ricordando che “Non c'è peggior sordo di chi non vuole sentire”…Bien faire et laisser dire!».
Danilo Grivon: “Opera che può avere importanti ricadute sul territorio”
«E’ un progetto di cui si parla da tanti anni e che può avere ricadute significative sul nostro territorio. - conferma il sindaco di Brusson Danilo Grivon - Dal nostro lato la pista poderale arriva già fino all’alpeggio Fenêtre, poco sotto il valico. La parte maggiore del nuovo tracciato sarà sul versante di Gressoney. Con il Comune di Gressoney-Saint-Jean abbiamo realizzato uno studio di fattibilità tecnica preliminare per capire se era realizzabile e abbiamo posto dei paletti perché la cura dell’ambiente sta primariamente a cuore a noi amministratori: di certo non si altereranno le vestigia storiche e si interverrà nel modo più rispettoso possibile sull’ambiente. Ci siamo confrontati con la Regione perché naturalmente i Comuni non hanno le risorse economiche per realizzare un intervento del genere».
“Collegamenti: ricchezza economica e culturale”
«Nella storia dell’uomo i collegamenti sono sempre stati una ricchezza, economica ma anche culturale. - continua il sindaco Danilo Grivon - Pensiamo ai famosi passi delle Alpi in Trentino e in Alto Adige, anche se naturalmente lì il contesto alpino è diverso. Attenzione, non stiamo parlando di una strada con viabilità ordinaria, ma di una pista poderale strettamente regolamentata». «Gli atout che una pista del genere avrebbe sono di diverso tipo. - elenca Danilo Grivon - Penso all’aspetto turistico, come tracciato per le e-bike, che d’estate potrebbe portare anche un maggiore flusso turistico sostenibile a Estoul. Parlo di estate, perché in inverno, a causa del rischio di valanghe, già ora la pista poderale sul mio versante la devo chiudere. Abbiamo messo in chiaro che il tracciato della pista non deve sovrapporsi ai sentieri per gli escursionisti a piedi, per evitare interferenze difficili da gestire. I nostri alpeggi sono già serviti dalla pista ma il maggiore passaggio di turisti potrebbe essere un atout anche per i conduttori delle aziende agricole. Infine, esiste un vantaggio dal punto di vista della sicurezza e della Protezione civile. Il presidio del territorio è il primo passo per il suo mantenimento e fornire servizi è necessario per evitare lo spopolamento. E una montagna disabitata è il preludio ai problemi idrogeologici. Senza piste poderali, quanti alpeggi e rifugi oggi sarebbero abbandonati? Poi è chiaro che nel realizzarle è necessario usare la massima accortezza per garantire la salvaguardia del paesaggio e del territorio».
«Non voglio entrare nella polemica politica e sono aperto al confronto con tutti, - conclude Danilo Grivon - ma concordo con il mio collega Mattia Alliod che bisogna sempre parlare con cognizione di causa, altrimenti si rischia di fare discorsi puramente ideologici».