«Pila è la stessa da 35 anni» I perché della stella in quota
Vedrà la luce nel 2023 la nuova telecabina Pila-Couis, che collegherà direttamente la zona di arrivo dell'esistente telecabina Aosta-Pila, nel Comune di Gressan, con la Platta de Grevon, a 2.723 metri di quota, sullo spartiacque tra la conca di Pila e la valle di Cogne. Il nuovo impianto, presentato nella serata di venerdì scorso, 10 dicembre, al teatro Splendor di Aosta, sostituirà le esistenti seggiovie Pila-Gorraz e Couis-Drink, costruite nel 1988. Si comporrà di una cabinovia a 10 posti e sarà suddiviso in due tronchi con stazioni motrici intermedie in località Couis e una stazione intermedia in località Gorraz. Avrà una portata massima di 2.400 persone all'ora e «viaggerà» ad una velocità di 6 metri al secondo, percorrendo l'intero tragitto di 3,8 chilometri e 923 metri di dislivello in 16 minuti. Il progetto porta la firma del consorzio composto da Alpteam, Studio architettura De Carlo Gualla, Architetto Francesca Aliffi, Pastoret Engineering e Studio Associato di ingegneria Ardolino, ed è stato selezionato attraverso un concorso di idee. L'opera sarà in parte finanziata con i 25 milioni di euro che il Consiglio Valle ha recentemente stanziato a favore della Pila spa.
La stazione a valle è concepita come un nodo di interscambio ferroviario. Un gioiello architettonico invece a monte, ai 2.723 metri sulla Platta di Grevon, ideato traendo ispirazione dal fiore simbolo delle alte quote, la stella alpina. Ogni petalo della stella in alta quota sarà rivolto verso uno dei giganti di roccia che si possono ammirare dal Grevon, tranne i due più esterni, uno ad accogliere le telecabine in arrivo e l'altro con lo sguardo verso Cogne. E proprio la possibilità di prolungare l'impianto fino alla perla del Parco del Gran Paradiso è allo studio per intercettare nuovi flussi turistici: tecnicamente, l'ipotesi è fattibile. Ad oggi il Couis Uno è sfruttato da circa il 3 per cento dei frequentatori del comprensorio, rigorosamente sciatori esperti. Dal 2023 sarà a disposizione di tutti, pedoni compresi.
Stare al passo con i tempi per essere competitivi sul mercato, cercando di incrementare gli utili con nuovi fruitori e nuovi investitori. La stella sulla Platta del Grevon, che ospiterà anche un ristorante, avrà come obiettivo quello di accogliere gli amanti della montagna che non sono solamente sciatori.
«Questo progetto nasce sostanzialmente perché dovevamo sostituire 2 seggiovie che stavano andando in scadenza, e quindi al posto di spendere 800 mila euro per cambiare tutte le componenti, abbiamo deciso di investire in qualcosa di nuovo» spiega Davide Vuillermoz presidente della Pila. «Con questo investimento inoltre riusciremo ad attirare anche i non sciatori, perché esiste un mercato dietro la montagna che non è fatto solo dagli amanti dello sport. Un progetto che darà la possibilità di godere dei nostri panorami tutto l’anno, e di destagionalizzare un’offerta che attualmente è condizionata solo dagli amanti della neve d’inverno e da quelli della bici d’estate».
«Dobbiamo pensare a incrementare i fatturati aumentando l’offerta turistica. - aggiunge Davide Vuillermoz - Pila sarà l’unico posto in Europa dove da una città si potrà raggiungere la vetta di una montagna in così poco tempo».
Il volto di Pila cambierà e la stagione sciistica si svecchierà. «E’ necessario ricordare che i nostri impianti hanno in media 34 anni e sono vecchi. Solamente inserendo strutture all’avanguardia potremo attirare nuovi investitori, perché i nostri competitor da anni stanno facendo investimenti. Per essere attrattivi - prosegue - la nostra deve diventare una stazione all’avanguardia, invece Pila è la stessa da 35 anni. Come società partecipata inoltre abbiamo anche il dovere di portare utili all’Amministrazione regionale, tramite nuove strategie di investimento e nuove idee».
Rispetto ai tempi di realizzazione: «Lo abbiamo chiamato “Progetto Couis 2023” perché ci auguriamo che i lavori finiscano nel dicembre 2023, però non escludiamo che con l’emergenza Covid si possa slittare di un anno. Mi piace sottolineare che andremo a fare un investimento dove già ci sono delle strutture da 30 anni, perché non abbiamo alcuna intenzione di deturpare nuovi luoghi. Proporremo interventi dove già è stata toccata la natura. Lavoriamo con la natura e grazie ad essa, quindi mi pare ovvio rispettarla».