Piermario Calcamuggi, sapeva trasformare gli sportivi in campioni

Piermario Calcamuggi, sapeva trasformare gli sportivi in campioni
Pubblicato:
Aggiornato:

Alle 14 di oggi, sabato 13, il mondo dello sport e dello sci scende a Pont-Saint-Martin per salutare nella chiesa parrocchiale Piermario Calcamuggi, il professore di ginnastica diventato un’icona dello sci alpino, partito dalla bassa valle con le sue idee innovative per diventare un grande tecnico.

Che avesse qualcosa in più degli altri lo si vedeva già a scuola, lui classe 1947, diplomato Isef che guardava allo sci con un approccio diverso, partendo da quella preparazione fisica che negli anni Settanta era limitata a qualche corsetta. Partì da Vercelli e dallo Sci Cai, sfida ardua, praticamente quasi impossibile in quegli anni di Valanga Azzurra che lo videro anche console del Carnevale storico di Pont nel 1976, dove i Calcamuggi gestivano il Cinema Lys e l’annesso bar con il papà Augusto. A Vercelli il “Calca” ottenne risultati incredibili, rimasti nella memoria di una generazione, poi arrivò l’ambizioso Sci Club Donnas di Italo Limonet ed Amilcare Giopp con la parentesi in Nazionale, squadra C insieme a Valerio Ghirardi come preparatore atletico del giovanissimo Alberto Tomba.

Quindi il ritorno in Valle d’Aosta e l’approdo in Asiva, chiamato da Guido Zampieri per 3 stagioni e poi passato, stimato da Umberto Parini, allora consigliere federale appunto alla Federsci, dove portò i suoi metodi, con tabelle e allenamenti specifici, esercizi strambi e le prime preparazioni sulla forza e la destrezza.

Aveva un modo di fare che piaceva a tutti, dai ragazzi ai dirigenti, sapeva coinvolgere ed ottenere il massimo, una dote rara che presto lo spinse avanti, come direttore tecnico della Nazionale femminile. Aveva dei talenti fenomenali tra le mani e non sbagliò, ne fece delle grandissime campionesse, con 55 podi in Coppa del Mondo distribuiti tra parecchie atlete, i titoli olimpici di Deborah Compagnoni nel 1992 e nel 1994, le 2 medaglie di bronzo di Isolde Kostner a Lillehammer 1994, l’exploit di Narvik il 2 marzo del 1996 con la storica tripletta in slalom gigante, prima Compagnoni, seconda Sabina Panzanini e terza Kostner.

Le sue 6 stagioni di azzurro e di risultati fantastici si conclusero nel 1996, insanabili divergenze con la FISI dopo i Mondiali di Serra Nevada, quando lui chiese maggiori risorse e più attenzione per rimanere ai vertici. Tornò in Valle d’Aosta sapendo che in quel mondo un giorno puoi essere un Dio e un altro vieni scaricato, troppo intelligente per non comprendere queste dinamiche. Passò a dirigere le funivie di Champorcher, a commentare le gare di sci per la Rai con l’amico di sempre Carlo Gobbo, a prestarsi come consigliere comunale a Pont-Saint-Martin, a guardare crescere i figli Elisa e Matteo, entrambi ragazzi della montagna, a frequentare Champoluc di Ayas e Vetan di Saint-Pierre, dove la famiglia aostana della moglie Margherita Bianchi possiede una casa. Amore per la montagna e la natura, trasmesso ai suoi ragazzi Elisa e Matteo e trasmesso pure a tutti gli altri perché senza passione non si va da nessuna parte. Piermario Calcamuggi è entrato in sala operatoria a Torino sabato scorso per un intervento al cuore e non si è più svegliato. Ciao “Calca”.

Abbonamento Digitale La Valléè
Archivio notizie
Ottobre 2024
L M M G V S D
 123456
78910111213
14151617181920
21222324252627
28293031