Più cultura meglio distribuita

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Sono da sempre una grande fan degli eventi culturali, parteggio da sempre per le iniziative che spazino dalla musica, alla presentazione di libri, al teatro, al cabaret, anzi, ne vorrei sempre di più.

Il fermento culturale non basta mai e in Valle d’Aosta l’ho sempre trovato sottotono; spesso si da spazio allo sport senza tener conto che anche lo sportivo di montagna potrebbe gradire un concerto e un bicchiere di vino, la sera arrivato dalla scalata o dalla bicicletta.

La cultura, ormai si sa, è il motore dello sviluppo di una società, non solo il suo svago.

Questa funzione così importante della cultura trova le condizioni per esplicarsi nei finanziamenti e negli investimenti, cosa mai avvenuta, che il Governo italiano ha messo in campo nell’ultimo anno, soprattutto attraverso il PNRR. Il Piano, nella Missione 1 “Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo” destina 6,68 miliardi di euro alla componente “Turismo e Cultura”, che all’interno del sistema produttivo gioca un ruolo particolare, sia perché comprende le attività che contribuiscono a formare e diffondere il “brand” del Paese e la sua immagine, sia - in generale - per il peso che tali attività hanno nell’economia nazionale.

Nei processi di trasformazione in senso rigenerativo e sostenibile del nostro modello di sviluppo - ai quali ci siamo impegnati, a livello internazionale con la sottoscrizione dell’Agenda ONU 2030 e, a livello europeo, con l’adesione alla Strategia dell’Unione “Green deal” e al Programma Next Generation (da cui scaturiscono i Piani nazionali di ripresa e resilienza - PNRR) - la leva culturale sta progressivamente assumendo valore non solo rispetto alle dimensioni più direttamente correlabili (economiche e di valorizzazione turistica), ma anche con riferimento ad elementi essenziali della sostenibilità, quali la coesione, l’integrazione e l’inclusione sociale, l’innovazione e il benessere, individuale e collettivo.

Aosta possiede molti luoghi che possono divenire una cornice adeguata agli eventi: il rinnovato ampio spazio dell’Arco d’Augusto, piazza Severino Caveri, la deserta piazza Pierre Roncas, volendo anche piazza della Repubblica.

E’ proprio necessario montare e smontare antiestetiche impalcature metalliche nella piazza principale di Aosta, una piazza Emile Chanoux che ha una estetica unica, uno skyline mozzafiato, un’ampiezza di prospettive…?

Più eventi, ma meglio distribuiti sarebbero auspicabili non solo per l’estetica, che comunque è importante in una città che vive di turismo, ma anche per dare vita e risalto agli altri bellissimi spazi del centro città.

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