Perloz, l’asilo salvato diventa un modello educativo
Un asilo chiuso per il mancato raggiungimento del numero minimo di alunni, ma salvato dall’iniziativa del Comune in collaborazione con la cooperativa sociale Montessori in Valle. E’ quello di Perloz che, all’inizio dell’anno, era stato accorpato a Pont-Saint-Martin, perché aveva solo 4 iscritti più 2 anticipatari. Il plesso non rientra nella categoria delle “scuole di montagna”, visto che non è oltre i 1.000 metri di altitudine, che possono restare aperte anche con soli 5 bimbi. Così la Regione aveva chiuso legittimamente la scuola, anche per l’esigenza oggettiva di contenere i costi.
«A tale profilo oggettivo si affianca una tematica di tipo sociale: la presenza di una comunità sul territorio e la necessità di evitare lo spopolamento e di rafforzare il legame con il territorio. - spiega Monia Rutigliani, presidente della cooperativa Montessori in Valle - Pertanto la Giunta comunale di Perloz ha cercato di trovare una soluzione emanando un bando per un progetto sperimentale, che potesse traghettare la scuola in questo anno di transizione per poi tornare ad essere pubblica. Noi abbiamo partecipato e siamo risultati aggiudicatari. Siamo l’unica cooperativa a elaborare progetti riconosciuti dall’Opera nazionale Montessori. Il nostro è un incarico annuale, di cui si fa carico il Comune senza alcun aggravio economico per le famiglie. Vorremmo servire come trampolino di lancio, affinché il prossimo anno scolastico la scuola abbia i numeri necessari per restare a Perloz come plesso regionale a sé stante».
Del resto, chiudere le scuole dei piccoli paesi di montagna significa fare morire una comunità, con la sua storia, le sue tradizioni e la sua cultura. Per rispondere ai bisogni del territorio, a gennaio 2021 l’Assessorato regionale aveva sottoscritto un’intesa con i sindacati per gli anticipi alla scuola dell’infanzia: una sperimentazione per il 2021 /22, che prevede l’anticipo alla scuola dell’infanzia per i bambini che compiono i 3 anni entro il 30 aprile 2022. Queste iscrizioni concorrono alla determinazione dei posti in organico da assegnare all’istituzione scolastica.
Quindi a Perloz si sono iscritti 6 alunni, di cui 2 ancora non hanno compiuto i 3 anni. Le attività, divise per fasce di età, si svolgono dalle 8.30 alle 16.30 secondo il modello educativo Montessori, che è anche uno stile di vita.
«Il metodo segue la normativa ministeriale in merito alle competenze che i bambini devono raggiungere nei 3 anni di scuola dell’infanzia. - precisa Monia Rutigliani - Cambiano le modalità e l’approccio che l’adulto ha con il bambino, che deve sempre avere la libertà di decidere tra 2 o 3 opzioni di scelta, affinando così le competenze trasversali di “problem solving”, l’intelligenza emotiva e la consapevolezza di sé. Il carattere si forma nei primi anni di vita. L’adulto di riferimento deve aiutare a far emergere i talenti, senza dirigere o condizionare».
Nel progetto della cooperativa è stata inserita pure la scuola genitoriale: poiché il modello educativo familiare e scolastico è preferibile sia coerente, i 2 ambienti devono poter dialogare. A tal fine a Perloz, a partire dal prossimo mese di novembre, con cadenza mensile (il venerdì alle 18), è programmata una serie di incontri con persone con competenze diverse su temi di interesse generale, rivolti a genitori e educatori di bambini fino ai 12 anni. La modalità pedagogica comune è quella montessoriana, che Monia Rutigliani sogna di poter portare anche nella scuola primaria: «Tutte le premesse ci sono: il verde, i piccoli numeri, una comunità educante. Spero che pure le maestre si appassionino e che il progetto abbia un’evoluzione nel percorso scolastico successivo».