“Per uscire dalle difficoltà sui Lea serve maggiore ascolto” ValléeSanté analizza la bocciatura per i Livelli di Assistenza

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«Ancora una volta la Valle d’Aosta (nonostante le artificiose motivazioni addotte dalla dirigenza dell’Usl) si trova in fondo alla classifica italiana insieme ad altre 7 regioni che non garantiscono a pieno le cure». Lo scrive il comitato ValléeSanté analizzando il monitoraggio dei Lea - Livelli Essenziali di Assistenza reso noto nei giorni scorsi dal Ministero della Salute attraverso il nuovo sistema di garanzia, che rappresenta lo strumento attraverso il quale il Governo assicura a tutti i cittadini l’erogazione omogenea dei livelli di assistenza. Gli indicatori riguardano le macro-aree della prevenzione collettiva e sanità pubblica, assistenza distrettuale ed assistenza ospedaliera. «Per essere dichiarati “inadempienti” bisogna riportare un punteggio inferiore a 60 nelle singole categorie o anche soltanto in una delle 3 aree. - ricorda ValléeSanté - La Valle d’Aosta ottiene il punteggio migliore 55,23 nell’area ospedaliera (ma comunque inferiore a 60 e peggiore performance in Italia); 48,48 nell’area Prevenzione (quart’ultimi lasciando dietro solo Sicilia, 47,18, Sardegna 46,55 e Calabria 36,59) e 47,25 in quella Distrettuale (davanti solo alla Calabria 34,88). Rispetto al 2021 c’è un leggero miglioramento nell’area Prevenzione e Ospedaliera. Peggiora l’area Distrettuale. Sostanzialmente, però, la Valle è bocciata ancora una volta. Come uscire da questa situazione di criticità? Noi crediamo che sia l’intera organizzazione a dover essere rivista partendo da un maggior ascolto degli operatori, dell’utenza e adeguando l’offerta sanitaria ai reali bisogni della popolazione sempre più anziana. Invece da noi nulla di tutto ciò sta accadendo. Gli operatori sono spesso inascoltati, l’utenza non ha voce e rispetto all’invecchiamento della popolazione... non si sa ancora cosa succederà del Beauregard e dei servizi di Lungodegenza. Ovvio che, a nostro avviso, un ruolo importante nelle “disfunzioni” lo giochi anche l’Ospedale Parini attuale non più in grado di garantire tutte le attività richieste dalla moderna medicina. Tema che, poi, si ripercuote sulla scarsa attrattività esercitata dal nostro polo ospedaliero. Se la struttura è vecchia non incentiva di certo giovani sanitari o sanitari di fama a venire in Valle d’Aosta». «E allora cosa fare? - si chiede Vallée Santé - Prendiamo spunto da un recente studio della Società di Consulenza Manageriale Kpmg Advisory Spa che (tra le altre cose) dice: avviare progetti ambiziosi (mentre in Valle si continua ad insistere su di un progetto di ristrutturazione Ospedaliera nato 30 anni fa ed in continua revisione); coinvolgere i pazienti; approfittare delle innovazioni e condividere le competenze; sfruttare i big data per conoscere il paziente; entrare in un’ottica più green».

«Se il livello di assistenza è alto gli utenti vanno incontro a minori disagi, non hanno bisogno di rivolgersi al privato per prestazioni quasi ordinarie e vuol dire che i servizi funzionano anche a livello territoriale. - conclude Vallée Santé - Se, invece, come sta succedendo in Valle d’Aosta, le Liste di Attesa si allungano, la gente per ottenere risposte deve spostarsi più frequentemente verso l’Ospedale, oppure verso strutture private (anche fuori Valle) spendendo soldi ed ottenendo scarse risposte».

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