Per Sergio Pellissier è lotta contro il tempo
Il tempo stringe e Sergio Pellissier, di solito calmo e pacato, ormai conta le ore che mancano al termine del conto alla rovescia. Il Chievo Verona - il suo Chievo, verrebbe da dire - è storia antica, ma per salvare parzialmente uno dei capitoli più belli che il calcio italiano ricordi c’è ancora un po’ di tempo. Poco, a dirla tutta, visto che nella giornata di oggi - sabato 21 agosto - scade la “manifestazione di interesse” che il Comune di Verona ha voluto pubblicare mercoledì scorso, 18 agosto, sul proprio albo pretorio per provare a salvare la storia della società.
Dopo che il Tar aveva respinto il ricorso del Chievo - estromesso dal campionato di serie B dopo non aver assolto “Gli obblighi fiscali maturati dal periodo di imposta dal 2014 al 2018, né avere depositato atti di transazione e/o rateazione del debito” - la società civile di Verona cerca di salvare il salvabile. E l’ex attaccante di Fénis, bandiera del sogno del Chievo, è in prima fila per provare a non cancellare una storia che dura da oltre vent’anni. Fa da contraltare il tentativo - disperato, ormai - del Chievo di Luca Campedelli di provare ogni strada giudiziaria possibile per evitare l’inevitabile: giovedì prossimo 26 agosto la questione sarà analizzata dal Consiglio di Stato e, in caso di un ennesima bocciatura, il patron sembra intenzionato a ricorrere alla Corte di Giustizia Europea.
entro martedì prossimo
Il tempo stringe e Sergio Pellissier può rispondere al telefono solo tra una riunione e l’altra. Il Chievo va verso il fallimento, ma prima che la giustizia ordinaria faccia il suo corso quella sportiva lascia aperta una corsia preferenziale per un progetto nuovo di zecca. Ci vogliono, però, condizioni consone e tanti, tanti soldi. Almeno 500mila euro subito, perché il regolamento prevede che la società che subentri al Chievo - ripartendo però dalla serie D - si accolli questa spesa. E’ questo che da qualche giorno sta facendo il Comune di Verona: trovare una società sportiva che possa provvedere a questa spesa iniziale e riprendere la strada che il Chievo ha visto interrompersi la primavera scorsa. “Il nome non sarebbe Chievo Verona, ma stiamo cercando di non far morire un progetto che da vent’anni dimostra che il calcio di provincia può esistere. Io? Voglio dare una mano, perché qui ho trascorso gran parte della mia vita sportiva e odio pensare che tutto rischia di finire così”. Cosi Sergio Pellissier ha passato gli ultimi giorni della settimana a incontrare personalità di Verona e del circondario, provando a illustrare un progetto sportivo di cui ancora nessuno conosce i dettagli. “Per dirla tutta il progetto sportivo ancora non c’è. L’obiettivo, adesso, è provare a salvare qualcosa del Chievo, permettere a una nuova società di ripartire dalla serie D con un nuovo nome, una nuova matricola sportiva ma con uno spirito che ha fatto la differenza in questi ultimi decenni”. Entro oggi, sabato, il Comune dve trovare qualcuno disposto ad accollarsi la spesa da mezzo milione di euro per “subentrare” a un Chievo Verona ormai sull’orlo del fallimento. E questo è solo il primo step: dopo si parlerà di futuro, di stadio (ancora il Bentegodi a Verona?) e di come salvare una storia tra le più affascinanti del mondo dello sport.
Prima di arrovellarsi sulle vicende sportive (ed extrasportive) del Chievo occorre però capire che il lavoro da fare sarà parecchio. Se qualche imprenditore vorrà sposare il progetto di cui Pellissier è una sorta di testimonial occorre anche sapere che le scadenze saranno diverse. Lo scoglio più grande è certamente quello odierno: poi entro martedì prossimo, 24 agosto, occorrerà perfezionare l’iscrizione al campionato di serie D e - successivamente - trovare un allenatore, uno staff tecnico, comporre la rosa di giocatori e pure trovare un campo di gioco e di allenamento. Tutti problemi da risolvere se (e quando) qualcuno deciderà di investire su Sergio Pellissier e sulla sua voglia di non abbandonare la squadra del suo cuore.
L’attaccante di Fénis, che alla fine della scorsa stagione aveva lasciato a malincuore la società, ora è tornato per provare a fare la sua parte. “Non nego che il tentativo della proprietà di salvare il Chievo, ricorrendo al Tar, abbia complicato il nostro lavoro e reso le tempistiche ancora più stringenti rispetto a quanto lo fossero già prima. - ammette Sergio Pellissier - Proveremo a fare del nostro meglio, il Chievo aveva un cuore e questo cuore va salvato”. Parole di un capitano.