Per Eleonora Marchiando un’Olimpiade che rimane indigesta Out nelle batterie dei 400 ostacoli, fuori (a sorpresa) dalla staffetta

Per Eleonora Marchiando un’Olimpiade che rimane indigesta Out nelle batterie dei 400 ostacoli, fuori (a sorpresa) dalla staffetta
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L’Olimpiade di Eleonora Marchiando si chiude con un po’ di rammarico. L’atleta della Calvesi ha terminato la sua prima esperienza a cinque cerchi con l’eliminazione nella terza batteria dei 400 ostacoli di sabato scorso, 31 luglio. Ben prima che in Italia spuntasse il sole - erano le 2.15 del mattino - a Tokyo la Marchiando ha dovuto fare i conti con i tanti imprevisti dello sport. Dopo una falsa partenza, al secondo sparo la sua gara è partita regolarmente ma è finita prima del dovuto dopo che il suo ginocchio - all’entrata del rettilineo opposto all’arrivo - ha incocciato sul terzo ostacolo. Uno sbilanciamento che l’ha pesantemente rallentata e ne ha condizionato irrimediabilmente la condotta di corsa. Con 300 metri ancora da affrontare Eleonora Marchiando si è trovata praticamente costretta a ripartire da zero e in un appuntamento olimpico questo limite è risultato troppo penalizzante.

La gara è proseguita e nonostante sul rettilineo finale la distanza dalle atlete davanti a lei, in lotta per la qualificazione, non paresse incolmabile, alla calvesina è mancato il proverbiale rettilineo conclusivo: per lei un tempo finale di 56”82 che le consegnava la quinta posizione della batteria e la 31esima del ranking finale.

Tanta amarezza per lei, che correndo sui suoi attuali tempi - vicino ai 55 secondi - avrebbe largamente raggiunto la semifinale, negatagli al contrario delle 2 compagne di nazionale, Linda Olivieri (55”54) e Yadisleidy Pedroso (55”57), la prima qualificata e la seconda ripescata quale terzo miglior tempo.

Presentatasi in lacrime nella postazione cronaca della Rai allo Stadio Olimpico di Tokyo, Eleonora Marchiando ancora non sapeva che la sua Olimpiade sarebbe terminata proprio in quel momento.

Staffetta senza storia: azzurre a casa senza la Marchiando

La Marchiando è un’ostacolista, però a portarla alla ribalta in questo 2021 che rimane di altissimo livello è stata soprattutto la sua duttilità tattica. Nonostante la poca esperienza la valdostana era stata impiegata come seconda frazionista nella 4x400 degli Europei indoor, dei Mondiali di staffetta e di Coppa Europa. C’era lei in gara a inizio maggio a Chorzow, in Polonia, quando la squadra azzurra del miglio si era qualificata per le Olimpiadi.

Ecco perché l’esclusione dal quartetto di partenza della semifinale della 4x400 è stato una sorta di colpo al cuore non solo per la Marchiando, che da Tokyo sicuramente non avrà vissuto bene questa bocciatura, ma per tutti colori che avevano imparato ad amare questo sport anche grazie alle gesta della nostra campionessa. Mercoledì scorso, 4 agosto, alla vigilia della semifinale i quadri tecnici della Fidal hanno ufficializzato la formazione che il giorno dopo - giovedì 5 - avrebbe chiuso mestamente al settimo posto in 3’27”74 il primo round della prova a squadre. Al lancio l’alpina romana Maria Benedicta Chigbolu, in seconda e in terza frazione la commilitona siciliana Alice Mangione e l’altoatesina Petra Nardelli (tesserata per il Sudtiro Team Club), in chiusura la finanziera veneziana Rebecca Borga. Non c’è stata gara, con Stati Uniti e Gran Bretagna subito avanti rispetto al resto del gruppo. L’Italia non si è mai avvicinata ai tempi di un eventuale ripescaggio per la finale (in programma oggi, sabato, alle 14.30 italiane), non c’è controprova che dice che con la Marchiando l’esito della gara sarebbe stato diverso.

Resta il fatto che la Marchiando, ogni volta che in questa primavera è stata chiamata in causa, non ha mai fallito in una prova a squadre. Avrebbe meritato maggiore considerazione e - forse - nelle scelte del dt Antonio La Torre e del responsabile dello sprint Filippo Di Mulo pesano (e non poco) le appartenenze ai vari corpi militari delle titolari del quartetto. Nessuno, però, si sognerebbe di criticare la Fidal dopo un’edizione dei Giochi Olimpici di questa caratura: l’atletica azzurra porta a casa 5 medaglie d’oro - nei 100 metri con Marcel Jacobs, nel salto in alto con Gianmarco Tamberi, nella staffetta 4x100 di ieri e nella marcia sui 20 km grazie a Massimo Stano e Antonella Palmisano - ed è un risultato senza precedenti.

Alla Marchiando resta la soddisfazione di aver centrato un’Olimpiade che appena un anno fa era una chimera, di aver vinto un titolo italiano assoluto alla vigilia dei Giochi e - soprattutto - di essere entrata in una nuova dimensione. I Giochi di Parigi 2024, tutto sommato, non sono così lontani.

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