Part time verticale ciclico, il giusto conteggio dei versamenti
Importante risultato per i lavoratori con un contratto part-time verticale ciclico: nella legge di bilancio 2021 è riconosciuto loro il diritto di poter richiedere il riconoscimento contributivo ai fini pensionistici. Si tratta perlopiù di lavoratori che vengono impiegati negli appalti dei servizi degli enti pubblici e che hanno periodi di sospensione durante l’anno. Grazie a questo provvedimento vengono considerati ai fini del calcolo dell’anzianita? contributiva necessaria per acquisire il diritto alla pensione anche i periodi di sosta lavorativa. Da Raffaele Statti, segretario regionale del sindacato Uiltucs, arriva una precisazione: «La norma in sostanza afferma che per avere 52 settimane all’anno di anzianità contributiva occorre versare contributi rapportati ad un imponibile contributivo, retribuzione annuale lorda, pari a 10.724 euro per il 2020 e quindi per una retribuzione minima settimanale di 206,23 euro, vale a dire 10.724 euro diviso 52 settimane, valori rivalutabili anno per anno, a prescindere da quante settimane o mesi all’anno si lavora. A coloro che hanno una retribuzione annuale inferiore saranno riconosciute in proporzione le settimane di anzianità contributiva. Quindi non corrisponde al vero, purtroppo, che sia stata riconosciuta in tutti i casi l’anzianità contributiva per il periodo di inattività lavorativa. In pratica ogni lavoratore deve verificare la propria retribuzione annuale lorda 2020, la divida per l’imponibile contributivo minimo settimanale che per il 2020 è di 206,30 euro, il risultato corrisponde alle settimane di anzianità contributiva di propria spettanza».