Paride Tufano: «Dedico questo fantastico scudetto a mio fratello Cosimo, fondatore del Napoli Club Aosta»

Paride Tufano: «Dedico questo fantastico scudetto a mio fratello Cosimo, fondatore del Napoli Club Aosta»
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Paride Tufano è tifoso del Napoli fin da bambino. Nato nel 1949 a Teano, dove Vittorio Emanuele II e Giuseppe Garibaldi si incontrarono nel 1860, aveva 13 anni quando esultò per la squadra del cuore che nel 1962 in serie B vinse la Coppa Italia. E da allora fu tutto un crescendo di passione nello stadio a Fuorigrotta per la squadra di Altafini, Sivori e Canè, arrivata terza dietro alla Grande Inter e al Bologna; e in seguito per quella di Maradona e compagni che portarono all’ombra del Vesuvio: 2 scudetti, 1 Coppa Italia, 1 Coppa Uefa, 1 Supercoppa. E né la caduta del Napoli n serie C né alcuni anni passati da eterno secondo dietro alla Juventus frenarono l’amore di Paride Tufano per la squadra partenopea. E adesso vive la grande gioia per questo scudetto vinto con 5 giornate d’anticipo, come solo il Grande Torino nel ’48, la Fiorentina nel ’56, l’Inter nel 2007 e la Juventus nel 2019 in 113 campionati di Calcio Italiano.

Paride Tufano, cosa hanno organizzato i tifosi napoletani di Aosta per festeggiare il titolo di campione d’Italia?

«Sono stato a Udine, lo scorso 4 maggio, quando il Napoli è diventato matematicamente campione d’Italia e quindi non ho festeggiato con i tifosi che si sono trovati all’Arco d’Augusto a sfilare con le bandiere e a fare caroselli. Ma ritornato ad Aosta con mio figlio Massimiliano ho completamente imbandierato d’azzurro il balcone di casa».

Dei 3 scudetti vinti dal Napoli quale è per lei il più bello?

«L’ultimo, quello vinto adesso. I primi 2 sono stati belli ma sono stati ottenuti soprattutto con quel grande campione che è stato Maradona, con Careca e Alemao, Giordano e Bagni, mentre adesso direi che la squadra è piuttosto “da classe operaia” rispetto a quella. E poi dopo 33 anni di attesa vincere è stato bellissimo».

C’è chi sostiene che il Napoli di Spalletti gioca meglio di quelli allenati da Bianchi, Bigon e Sarri. E’ d’accordo?

«No, il più bel calcio per me lo giocava il Napoli di Maurizio Sarri che pur facendo 91 punti, anche a causa delle note polemiche della partita Juventus-Inter ha mancato il traguardo dello scudetto. Ma va detto che a parte il super bomber Gonzalo Higuain non aveva la rosa di cui dispone adesso Spalletti».

A inizio campionato pensava che il Napoli avrebbe vinto lo scudetto?

«Francamente no. Ma dopo quattro partite ed aver visto giocatori come Osimhen, Kim Min-jae, il sostituto di Kalidou Koulibaly, e Kvaratskhelia ho cambiato parere e mi sono convinto che il Napoli ce l’avrebbe fatta».

Qual è la partita che ricorda in particolare?

«Quella al Maradona rifilando 5 gol alla Juventus. Ci tenevo a vincerla quella partita, anche perché in Valle d’Aosta ci sono molti tifosi bianconeri. E ricordo di aver pianto dalla gioia e come me tante persone di ogni età».

Dipendesse da lei che giocatori acquisterebbe per rendere più forte il Napoli?

«Ne prenderei 3: Frattesi, Traorè del Sassuolo e Scalvini dell’Atalanta, come riserva di capitan Di Lorenzo».

Questa squadra può aprire un ciclo vincente?

«Anche nel calcio confermarsi è più difficile che vincere, ma se il Napoli mantiene questo organico, si rafforza con qualche innesto e soprattutto rimane mister Luciano Spalletti si può bissare la vittoria in campionato e andare il più lontano possibile nella prossima Champions League».

Lo scorso anno è mancato suo fratello Cosimo che fu presidente del Napoli Club Teano.

«In questi giorni in famiglia siamo tutti emozionati per la vittoria del terzo scudetto e ricordiamo mio fratello, che è stato anche il fondatore del Napoli Club Aosta. Con lui ho fatto tante trasferte in aereo, auto, treno da Aosta a Napoli e anche all’estero. Ha lasciato un grande vuoto e gli dedichiamo questo scudetto per il quale non ha potuto gioire».

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