Paolo Cognetti: «Ecco i miei nuovi libri aspettando il film»

Paolo Cognetti: «Ecco i miei nuovi libri aspettando il film»
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A giugno inaugurerà il suo ostello, che si candida a diventare un centro culturale di incontri letterari, presentazioni e formazione. «E’ tutto pronto, si attende solo un periodo più propizio per gli spostamenti», conferma Paolo Cognetti. «L’intento è renderlo teatro di spettacoli e letture, non solo un luogo del turismo legato alle escursioni e agli sport montani». Intanto, in questi mesi di rallentamento dei ritmi e di isolamento quando saliva a Estoul, lo scrittore milanese ha lavorato a 2 libri e a un suo nuovo romanzo, che uscirà in autunno e sul quale preferisce non rivelare ancora nulla, se non che sarà sempre ambientato nei suoi luoghi preferiti in Val d’Ayas, sopra Brusson.

Il primo progetto, appena uscito nelle librerie - pubblicato da L’Ippocampo Editore -, è “Parete Nord”, graphic novel che, in quanto tale, potrà piacere anche a chi non ama leggere romanzi del pittore, illustratore e creatore di fumetti - i più noti sono Edmond le Cochon e Le Transperceneige - francese Jean-Marc Rochette. Paolo Cognetti ha tradotto, introdotto e curato il fumetto, attratto anche dal fatto che Jean-Marc Rochette sia nato e cresciuto a Grenoble, città ai piedi delle montagne. «E’ un romanzo di formazione che supera i confini della letteratura d’alpinismo», che si snoda tra 2 vocazioni: quella per il disegno e l’arte e quella per l’alpinismo, che l’autore d’Oltralpe ha iniziato ad amare tra i 14 e i 18 anni. Sono 2 passioni che consentono all’adolescente protagonista di sperimentare la libertà.

Un altro libro al quale Paolo Cognetti si è dedicato, che uscirà a fine aprile, è “L’Antonia”, narrazione realizzata attraverso poesie, foto e lettere di Antonia Pozzi, nata nel 1912 e morta suicida nel 1938, poetessa di Milano che ha amato molto la montagna, a partire dalla casa di famiglia a Pasturo in Valsassina e dalle arrampicate con la guida alpina Emilio Comici sulle Dolomiti, per arrivare al Cervino, dove ha partecipato a campeggi estivi nel 1933 e nel 1934, testimoniando, con la sua macchina fotografica, com’era Cervinia in quegli anni. «Ho montato foto e poesie come in un documentario, raccontando la sua vita con miei testi», precisa Paolo Cognetti.

Dalla fotografia al cinema il passo è breve. Inizieranno a giugno e proseguiranno fino ad agosto in Val d’Ayas, tra Brusson e Ayas, le riprese del film prodotto da Wildside - “L’amica geniale”, “La mafia uccide solo d’estate” e “The Young Pope” - e tratto dal romanzo di Paolo Cognetti “Le otto montagne”, vincitore del Premio Strega nel 2017. Lo scrittore partecipa solo in veste di consulente alla sceneggiatura, scritta dal regista belga Felix van Groeningen e dalla sua compagna, attrice e sceneggiatrice Charlotte Vandermeersch. Con “Alabama Monroe” Felix van Groeningen nel 2014 ha ottenuto una nomination all’Oscar per il Miglior film straniero e che ha poi esordito nel cinema statunitense dirigendo “Beautiful Boy”. Per il film tratto dal romanzo di Paolo Cognetti sono stati individuati i 2 protagonisti che sul grande schermo vestiranno i panni di Bruno e Pietro all’età di 13 anni. Sono ancora aperti i casting per gli attori che interpreteranno i 2 ruoli maschili nella fascia di età tra i 16 e i 18 anni. Le candidature devono essere inviate entro sabato 24 aprile all’indirizzo di posta elettronica montagna-boys@gmail.com. «Ho un bel rapporto d’amicizia con il regista Felix van Groeningen, che viene a Estoul dall’estate del 2019 e che, prima di accettare la direzione del film, ha voluto conoscere in tutte le stagioni i luoghi descritti nel romanzo, oltre ad alcuni miei amici che vivono qui», racconta Paolo Cognetti. «Ora sta per trasferirsi a Brusson, circa 2 mesi prima dell’avvio del set. - riferisce Paolo Cognetti - Io seguirò le riprese, anche se non avrò un ruolo preciso nella troupe. Non so se ci sarà un mio cameo, a volte col regista lo ipotizziamo scherzandoci su. Sicuramente compariranno degli abitanti di Brusson. La sceneggiatura è molto fedele al romanzo. Felix avrebbe potuto girare il film in altre località montane e invece ha voluto proprio scegliere i luoghi reali del libro. Sono curioso di vedere come verrà resa la storia con linguaggio cinematografico, con la certezza che, dopo 2 anni di gestazione, sarà realizzata con tutta la cura e la qualità possibili».

Quanto alla sua esperienza di vita in montagna, Paolo Cognetti è legato al suo rifugio, ma alterna i periodi a Estoul a quelli a Milano, avvertendo, soprattutto in inverno, un senso di solitudine profonda, accentuata in questo periodo di pandemia. «Vivere da soli, in particolare in montagna e senza una propria famiglia, è pesante. - confessa Paolo Cognetti - Quando sono in Val d’Ayas l’unica compagnia possibile è quella degli amici, con i quali i contatti sarebbero, a causa del Covid, limitati. A Milano mi manca la libertà della montagna, che però adesso è ridotta dalle restrizioni per il contenimento della pandemia. Sono più disposto ad accettare limitazioni e divieti in una città piuttosto che nella natura. In un centro urbano si ha in ogni caso la sensazione che la vita, sia pure con nuove regole, prosegua. A Estoul l’isolamento sarebbe totale. Penso, tuttavia, che la prossima sarà un’estate serena in montagna, forse ancora di più di quella scorsa. Chi salirà lo farà a ragion veduta e con una consapevolezza piena. Anch’io non vedo l’ora di trascorrere i mesi estivi, che per me sono i più belli in montagna, in Val d’Ayas».

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