Palazzo Berard, iniziato il restauro per tornare all’antico splendore
(mpl) Il Palazzo Berard è l’ultimo fabbricato costruito sulla piazza Emile Chanoux, che nel 1930 era intitolata a Carlo Alberto, re di Sardegna dal 1831 al 1849 (vedi foto d’antan a pagina 66). A promuoverne la realizzazione alla fine degli anni Venti del Novecento fu Alidor Berard, originario di Aymavilles, imprenditore del settore elettrico, la cui figura è legata indissolubilmente alla fondazione del Banco Valdostano, l’istituto di credito di fiducia per migliaia di famiglie. Alidor Berard, che di primo nome faceva Pietro, ebbe pure un ruolo di primo piano nello sviluppo turistico della nostra regione, visto che fu il promotore della creazione di Pila come stazione turistica, con la costruzione della prima seggiovia da Peroulaz a Pila nel 1949 e successivamente nel 1957 della famosa ovovia che fece di Aosta l’unica città in Italia e la seconda in Europa, dopo Innsbruck, a collegarsi direttamente con i campi da sci. E proprio in una sala al primo piano del Palazzo Berard venne costituita il 5 settembre del 1945 la società Pila che tanta importanza ha avuto per lo crescita del turismo invernale in Valle d’Aosta: a fondarla, oltre a Pietro Alidoro Berard, furono Enrico Pareyson, Enrico Cuaz, Fausto Guillet, Armando Vigna, Ludovico Merlo, Severino Caveri ed Ottavio Berard.
All’epoca il Palazzo Berard aveva quindici anni, visto che la sua costruzione iniziò nel 1930. A progettarlo fu l’ingegnere eporediese Gaetano Rusconi, un professionista noto in Piemonte e nel Canavese, che nel 1928 firmò il progetto per la costruzione del Cinema Politeama di Ivrea. Da alcune settimane l’immobile - attualmente sede della Banca Monte dei Paschi - è avvolto dai ponteggi perché sono iniziati gli impegnativi interventi di restauro che si protrarranno per l’intera estate, con conclusione prevista in ottobre.
«La particolarità dell’edificio - spiega l’architetto aostano Danilo Montovert che ha curato il progetto - sta nell’impiego del cemento decorativo, meglio definito come pietra artificiale. L’uso della pietra artificiale si diffuse nell’Ottocento, contemporaneamente al più vasto impiego del cemento: non appena gli architetti si resero conto delle possibilità costruttive di questo materiale, derivanti sia dalla sua presa idraulica che dalle sue capacità di durabilità e durezza, si sviluppò questa “arte” in tutta Europa, per i più svariati lavori decorativi sulle facciate, in particolare quelle dei palazzi di rappresentanza. Negli anni Trenta e fino agli anni Cinquanta del Novecento l’uso del cemento decorativo si sviluppò ulteriormente con la creazione di elementi architettonici prefabbricati pronti all’uso, come successe proprio con il Palazzo Berard che rimane una testimonianza molto interessante di quella particolare fase della storia dell’architettura. Infatti attualmente il cemento decorativo non viene più utilizzato, complice anche la perdita delle competenze legate alle maestranze specializzate.»
Il Palazzo Berard, sede di una banca sin dalle sue origini, si presenta esternamente con imponenti facciate. «L’edificio - evidenzia Danilo Montovert - è realizzato con uno stile neoclassico arricchito di elementi eclettici, caratterizzato da pilastri, lesene, cornici, timpani per le aperture e mascheroni. La composizione architettonica è una combinazione tra elementi derivati dal mondo greco e dal mondo romano, rivisti in chiave moderna. Le campiture delle pareti sono impreziosite dalla superficie risolta ad effetto ”bugnato” e le finestre del primo piano sono sormontate da un timpano. Questo livello è ulteriormente arricchito da balconi con balaustre a colonnine. La facciata è interamente realizzata in pietra artificiale molto dura e compatta che riproduce il travertino e per i componenti architettonici sono stati appunto posizionati dei blocchi di modellato prefabbricato, realizzati in stampi. Questa tecnologia è stata utilizzata anche per le elaborate cornici delle finestre, ottenute in pezzature modulari mediante appositi stampi.»
A quasi un secolo dalla sua costruzione il Palazzo Berard mostra degli evidenti segni di degrado. «Le indagini conoscitive avviate - sottolinea l’architetto Montovert - hanno consentito di capire quali provvedimenti conservativi sono necessari per la tutela del complesso nonché per la sua restituzione estetica. Sono evidenti già ad altezza d’uomo le crepe e i distacchi, ma il degrado è parecchio diffuso, derivante dall’inquinamento atmosferico dall’umidità, dalle infiltrazioni dell’acqua piovana, dal danneggiamento delle protezioni. Insomma è arrivato il momento di intervenire.»
Complessivamente l’investimento previsto ammonta a 260mila euro e ad occuparsi del restauro conservativo del Palazzo Berard nel pieno rispetto dei materiali tradizionali, con la sua particolarità di imponente edificio in “pietra artificiale”, è l’impresa di Rinaldo Garin di Bionaz, che si è recentemente occupata del recupero del santuario di Machaby a Arnad.