Padre Palmiro Delalio e gli anni trascorsi a Lourdes «Ricordo l’ultima visita di Papa Giovanni Paolo II...»

Padre Palmiro Delalio e gli anni trascorsi a Lourdes «Ricordo l’ultima visita di Papa Giovanni Paolo II...»
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Lourdes, con milioni di pellegrini che lo raggiungono ogni anno, dopo quello di Guadalupe è il santuario mariano più visitato al mondo. Il padre oblato Palmiro Delalio, 83 anni, che svolge attualmente il suo ministero nella parrocchia-santuario di Maria Immacolata ad Aosta, oltre ai pellegrinaggi guidati a Lourdes, ha vissuto per 8 anni all’ombra del santuario, svolgendovi anche un ruolo mediatico di rilievo per 6 anni, attraverso TV2000.

Padre Palmiro Delalio, per quanti anni ha guidato la recita del Rosario alla Grotta di Massabielle?

«Sono arrivato a Lourdes la prima volta il 3 giugno 1963. A sera l’altoparlante dava la notizia della morte di papa Giovanni XXIII. Dopo i 10 anni di missione nel Laos, tornato in Italia, ho effettuato tantissimi pellegrinaggi e ho passato lunghi periodi, durante le vacanze estive, come coordinatore dei Pellegrinaggi Paolini. Sono stato mandato a Lourdes come cappellano del santuario per l’assistenza ai pellegrini italiani all’inizio del 2008. Nel 2010, TV2000 ha chiesto ai responsabili del Santuario la possibilità di trasmettere il Santo Rosario alla Grotta, che veniva recitato ogni giorno alle 18. Fu così che, con padre Mario Biffi, ci siamo alternati alla guida della preghiera. E’ stata una esperienza meravigliosa, perché ci ha permesso di entrare in tantissime case in Italia e di coinvolgere nella preghiera alla Grotta anche tante persone che non avrebbero potuto permettersi un pellegrinaggio a Lourdes. Poco a poco la trasmissione è arrivata ad avere una audience sempre crescente ed entusiasta, arrivata anche a due milioni di telespettatori. Il mio servizio a Lourdes è terminato con destinazione al santuario Maria Immacolata di Aosta, nel novembre del 2015».

Qual è il suo ricordo più vivo di Lourdes?

«E’ difficile stilare una classifica dei ricordi belli. Tutto è stato bello, dalla possibilità di pregare alla Grotta, alla partecipazione alla vita del Santuario, al rapporto con i pellegrini sempre numerosi provenienti da tutto il mondo, cattolico e non, alle sei ore ogni giorno passate in confessionale, alle celebrazioni quotidiane, messe, processioni, adorazione, Via Crucis. Sono stato per tutto il tempo passato a Lourdes responsabile dei seminaristi che da tutto il mondo venivano a Lourdes durante le vacanze estive per aiutare nell’accompagnamento dei pellegrini di ogni lingua e provenienza. Se devo citare un solo ricordo, dico che il momento che mi ha lasciato una traccia molto profonda nel cuore è stata la seconda e ultima visita di papa Giovanni Paolo II. Ero dietro a lui sul palco dove è stata celebrata la Messa sulla prateria davanti a una folla straripante e commossa. Il Papa era già molto sofferente. Con fatica ha retto fino all’omelia. Ricordo quando, con voce forte ha gridato: “Francia, che ne hai fatto del tuo Battesimo?“. Poi ha chiesto a uno dei vescovi concelebranti di sostituirlo nel presiedere la Messa. Prima della partenza si è recato un’ultima volta alla Grotta. Ha sostato un tempo prolungato in preghiera, lui solo davanti a Maria, nel silenzio impressionante delle migliaia di pellegrini che, a distanza, gremivano ogni angolo del santuario. Poi è partito, sempre accompagnato da una folla silenziosa ed orante. Non potrò mai dimenticare».

E qual è la funzione religiosa che trovava più suggestiva?

«Sono 2 le funzioni che mi hanno sempre emozionato. La prima è la Messa celebrata alla Grotta alle 23. Un grande silenzio e raccoglimento, e poi adorazione sempre silenziosa fino alla mezzanotte. Era in italiano ma partecipavano tantissime persone di ogni provenienza. L’altra funzione straordinaria era la processione eucaristica del pomeriggio, con la partecipazione e la benedizione in particolare per gli ammalati. La loro presenza, la loro fede, la loro serenità sono sempre state una testimonianza forte per tutti i pellegrini».

Conta di tornare a Lourdes?

«Il desiderio è sempre fortissimo. Ho avuto gravi problemi di salute, e l’età è avanzata. Se la Madonna mi vuole, il mio desiderio sarà appagato. Il rapporto con Lei, comunque, non verrà mai meno. Basta conservarla nel cuore».

Oltre al santuario ai piedi dei Pirenei, quali grandi santuari mariani ha visitato?

«Anzitutto la Terra Santa. Ho guidato per tanti anni i pellegrinaggi nella Terra di Gesù. Alcuni santuari di Terra Santa hanno tanto a che fare con Maria. Penso a Nazareth, a Betlemme, Ein Karim, il Calvario e il Cenacolo. Esperienze che segnano nel profondo. Poi, nel mio girovagare missionario, oltre ai grandi santuari italiani, come Oropa, Caravaggio, Loreto, Pompei, il Tindari, ho vissuto momenti indimenticabili in Indonesia, al santuario di Sendang. É un’oasi di silenzio e di preghiera nell’isola di Giava; e poi, nel Senegal, il santuario nazionale di Popenguine, dove, nel giorno di Pentecoste, si radunano pellegrini e giovani che camminano verso il santuario provenienti anche dalle provincie lontane».

Sempre per TV 2000, lei ha guidato la recita del Rosario della Madonna che scioglie i nodi.

«La devozione a Maria sotto il titolo di Colei che scioglie i nodi, tanto cara a Papa Francesco, è molto diffusa ovunque. TV2000 ha preso l’iniziativa di dedicare a Lei il Rosario delle 20. Era trasmesso dalla chiesa parrocchiale di Conca della Campania in provincia di Caserta. Per due anni ho avuto la gioia di pregare con un numero sempre crescente di fedeli, ogni sera, per 2 anni. Questo ha voluto dire per me entrare discretamente in tante case, creando rapporti di familiarità che poi andavano oltre il tempo della preghiera, come una rete di complicità e di sostegno reciproco. Di tutto questo sono immensamente grato a Dio e a Maria. La preghiera unanime genera una unità profonda, quella che rende presente Gesù anche a distanza. E questa presenza porta grazia, gioia, forza e consolazione».

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