Online e ristrutturazioni aziendali: accelera la «fuga» delle banche dal territorio
Oggi vi sono 23.481 filiali di banca sul territorio italiano, il 3,4 per cento in meno rispetto al 2019. Si tratta del numero più basso da 25 anni: nel 1996 erano 24.421. Il picco venne toccato a quota 34.139 alla fine del 2008, dopo il collasso di Lehman Brothers, la quarta banca statunitense. Nel 2020 nel nostro paese hanno chiuso 831 sportelli bancari.
Fino a 25 anni fa l’impiego in un istituto bancario era considerato uno dei più sicuri. La crisi finanziaria globale del 2007-2008 prima e l’emergenza pandemica del Covid-19 hanno cambiato le carte in tavola. Poi, ristrutturazioni imprenditoriali da un lato e operazioni di fusione e acquisizione dall’altro hanno ridisegnato il sistema bancario. Al resto ci hanno pensato l’online e adesso il Covid. Tra le 11 regioni che nel 2020 hanno fatto peggio della media nazionale, vale a dire meno 3,4 per cento rispetto all’anno precedente, la peggiore è proprio la Valle d’Aosta (meno 6,3 per cento), passata da 79 a 74 filiali.
«Tutte le banche si stanno modernizzando» illustra Marina Milanesio, del sindacato Fisac Cgil, che parla innanzitutto di «Ristrutturazioni per ridurre i costi del personale» con la conseguente «Chiusura di una decina di sportelli fisici in Valle d'Aosta negli ultimi anni: intere comunità rimaste sguarniti del servizio bancario. L'ultimo in ordine di tempo sarà lo sportello di UBI banca di Aosta, che verrà incorporato dalla filiale IntesaSanPaolo di piazza Chanoux venerdì 21 maggio» riferisce la sindacalista.
«Oramai ci sono sempre più numeri verdi da chiamare per consulenze, - prosegue Marina Milanesio - applicazioni bancarie da scaricare sui telefoni, prodotti da comprare e vendere on line. Ma la domanda è: quanti posti di lavoro stiamo perdendo? I bancari non vengono licenziati: vanno in pensione, in esodo e non vi sono sostituzioni adeguate nelle filiali. Noi crediamo che il miglior servizio è quello fornito dalle persone. In questo periodo di pandemia siamo stati considerati un servizio essenziale e abbiamo fatto la differenza. Quindi ci batteremo sempre per nuove ed adeguate assunzioni in tutte le banche per avere migliori condizioni di lavoro» conclude Marina Milanesio.
Nella scomparsa degli sportelli bancari avvenuta nella nostra regione in questi ultimi anni, si registra la chiusura - per quanto riguarda la Bcc Valdostana - a dicembre 2018 di Aosta Nord e dello «sportello evoluto» di Champoluc ad Ayas, a marzo 2019 la chiusura delle filiali di Arvier e di Antey-Saint-André, nel 2020 di quelle di Charvensod Pont Suaz, La Thuile e Nus.
Poi la chiusura dell’unico sportello Unipol valdostano, ad Aosta. Monte Paschi di Siena ha chiuso la filiale del Quartiere Cogne ad Aosta, dopo avere già lasciato quella di viale Conte Crotti. Una tendenza che ha riguardato pure i «colossi», con la cessazione del servizio cassa di Intesa Sanpaolo - nel 2020 - a Cogne e a Villeneuve, così come Unicredit che offre il servizio di cassa ridotto in sue alcune filiali. L’ultima in ordine di tempo da ieri, venerdì 22 maggio, è la sede di UBi di via De Maistre che confluirà in Intesa Sanpaolo di piazza Chanoux ad Aosta.