Oneri di conferimento, metodo tariffario e Covid Ecco perché la tassa dei rifiuti ora è un “salasso”

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Sono arrivati nei giorni scorsi nelle case dei residenti dell’Unité Mont Emilius i bollettini per il pagamento della Tari, la tassa sui rifiuti. Si sono così scatenate - in particolare sui social - numerose proteste per l’aumento, in certi casi decisamente considerevole, della cifra da pagare. Un fatto che, in realtà, non riguarda solo la Media Valle. Tanto che giovedì scorso, 25 novembre, le Unités des Communes Mont Emilius, Grand Paradis, Valdigne Mont Blanc e Grand Combin hanno redatto una nota congiunta per spiegare le ragioni di questo “salasso”.

«Tutti i Comuni e le Unités hanno posto in essere il massimo delle azioni per ridurre il più possibile gli importi effettivamente a carico degli utenti. Tutti i costi della gestione dei rifiuti devono essere coperti dalla Tari e i Comuni non hanno alcun interesse o vantaggio economico ad incrementarli» si legge nel comunicato, che poi analizza nel dettaglio i tre motivi principali del rincari: l’aumento degli oneri di conferimento, il nuovo metodo tariffario e la situazione pandemica. «In Valle d’Aosta le tariffe di conferimento (ovvero il costo per consegnare le varie tipologie di rifiuti agli impianti e alle discariche) da diversi anni sono in costante aumento. - scrivono i referenti delle Unités - Tali aumenti sono dovuti essenzialmente alla crisi del mercato delle materie prime seconde, ovvero del materiale recuperato dai rifiuti. Un ormai notissimo esempio è il fatto che da alcuni anni la Cina e il sud-est asiatico hanno smesso di accettare la quasi totalità dei rifiuti plastici prodotti in Occidente. Inoltre va ricordato come tutti i flussi differenziati devono essere trasportati ad impianti fuori Valle, con i relativi costi. Inoltre a partire dal 2020, per stabilire le somme che ogni cittadino deve versare per la Tari, è stato definito a livello nazionale un nuovo “metodo tariffario servizio integrato di gestione dei rifiuti” (Mtr) da parte di Arera - Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente. Il nuovo metodo ha comportato una diversa gestione e allocazione dei costi, nonché la loro applicazione agli utenti. In tal senso, va ricordato come tutte le spese di investimento (centri di conferimento, sistemi seminterrati, eccetera) a oggi debbano essere coperti dalla Tari a meno di finanziamenti esterni».

«La situazione di pandemia dovuta al Covid-19, unita all’applicazione del nuovo metodo tariffario, ha obbligato i Comuni ad applicare per l’anno 2020 le tariffe del 2019. - prosegue la nota - Poiché le tariffe 2019 non erano sufficienti a coprire i costi del 2020, si è generato un conguaglio sulle annualità successive. Inoltre, ai suddetti importi che gli utenti si sono visti tariffare per il 2020 (sempre con le tariffe 2019), i Comuni hanno potuto applicare delle riduzioni finanziate con fondi straordinari per ridurre l’impatto economico della pandemia. Per il 2021 le risorse disponibili per tali riduzioni sono state inferiori e quindi per gli utenti sono risultate tariffe più alte. La raccolta dei rifiuti Covid alle famiglie in isolamento ha inoltre contribuito all’aumento dei costi, considerando che non era prevista una sua copertura con fondi esterni alla Tari».

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