Omicidio Serban, Gabriel Falloni confessa: «Sono io il killer di Elena»

Omicidio Serban, Gabriel Falloni confessa: «Sono io il killer di Elena»
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Durante un interrogatorio durato 2 ore e un quarto, mercoledì scorso, 12 maggio, Gabriel Falloni, in carcere per l'omicidio di Elena Raluca Serban, ha confessato di essere l’autore del delitto al procuratore capo di Aosta Paolo Fortuna e ai pm Luca Ceccanti e Manlio D'Ambrosi. «Io le volevo bene, lei invece mi ha preso in giro» ha sostenuto tra le lacrime il 36enne originario di Sassari, ma domiciliato a Nus da anni, assistito dagli avvocati Marco Palmieri di Sassari e Davide Meloni di Aosta. L’uomo era stato arrestato dagli uomini della Squadra Mobile della Questura di Aosta dopo una fuga durata 84 ore. Ma, nonostante a suo carico vi fossero diverse prove, non aveva ancora ammesso le sue responsabilità.

Gabriel Falloni ha fatto un resoconto preciso di quanto è accaduto sabato 17 aprile nell’alloggio affittato da 3 settimane in viale Partigiani ad Aosta da Elena Raluca Serban, 32 anni, di origini rumene e residente a Lucca. L’avvocato Marco Palmieri ha riferito «Che i due si frequentavano da circa un anno».

Ai magistrati il 36enne ha raccontato di aver reagito a una battuta «A sfondo sessuale» che la vittima, conosciuta su un sito di incontri per escort, gli avrebbe rivolto. Sarebbe stata quella frase a innescare il diverbio terminato in tragedia. Prima la discussione accesa, poi lei che «A un certo punto ha preso in mano un coltello da cucina, lo aveva già fatto un’altra volta. - ha sostenuto Gabriel Falloni - Litigando siamo arrivati fino al bagno e a quel punto, mentre tentava di ferirmi urlandomi di andare via e che avrebbe chiamato la Polizia e i Carabinieri, l’ho fatta cadere per terra e l’ho colpita». Una versione su cui gli inquirenti svolgeranno gli accertamenti del caso. Gabriel Falloni avrebbe anche detto di non riuscire a togliersi dalla testa l’immagine del suo volto mentre moriva e di aver urlato più volte il suo nome: «Elena, Elena».

Tutto ciò, però, non gli ha impedito di impossessarsi dei soldi trovati in quell’alloggio - una busta con 6mila euro -, di prendere 4 telefonini e infine di tentare la fuga a Genova. Gabriel Falloni ha aggiunto di aver gettato in un cassonetto vicino alla sua casa di Nus l’arma del delitto - un coltello - e nel fiume Dora gli smartphone della donna. Si era portato via anche gli indumenti di Elena Raluca Serban, le lenzuola e le federe. Aveva riposto tutto nel borsone con cui era stato ripreso dalle telecamere mentre usciva dal condominio, 37 minuti esatti dopo essere entrato. Il denaro trovato in casa della 32enne lo ha usato per gli spostamenti verso la Liguria nei giorni tra l’omicidio e l’arresto. Ma anche per pagare una mensilità di affitto per l’abitazione di Nus dove viveva. Ha poi comprato 2 cellulari che ha spedito - insieme a a dei contanti - alle sorelle che vivono a Sorso, in provincia di Sassari, come regalo per i nipoti. Ha inoltre lasciato un’offerta di 500 euro in una chiesa di Genova. Era giunto in questa città progettando prendere un traghetto per la Sardegna. Poi ci aveva ripensato ed era rientrato in Valle d’Aosta con un taxi. Gli agenti del commissario capo Francesco Filograno lo lo avevano arrestato a Nus. Gli investigatori era sulle sue tracce da domenica 18 aprile, il giorno dopo il delitto in cui fu scoperto il cadavere di Elena Raluca Serban. A incastrarlo, le riprese ad alta definizione delle telecamere di videosorveglianza all’ingresso del condominio nonché i tabulati telefonici.

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