Oltre 300mila euro per il restauro del Seminario vescovile ad Aosta

Oltre 300mila euro per il restauro del Seminario vescovile ad Aosta
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Dal restauro della facciata del Seminario vescovile di Aosta nascerà anche uno studio attorno all'antica meridiana. «La meridiana è stata pulita e sono state consolidate le tracce dei colori originari. - spiega Roberta Bordon, direttrice dell'Ufficio beni culturali ecclesiastici, edilizia di culto della curia vescovile - È stato inoltre affidato un incarico all'esperto Luigi Ghia per il suo studio, per poter procedere al posizionamento corretto dello gnomone, lo stilo che segna l'ora, rispetto all’inclinazione e all’esposizione della facciata». Dopo la stagione invernale, dal mese di marzo la facciata sud del Seminario è interamente coperta dai ponteggi. «All’inizio di aprile il cantiere, iniziato nell’estate 2020, ha riaperto e i restauratori sono nuovamente operativi. - continua la direttrice Roberta Bordon - La previsione è di concludere i lavori per l’autunno del 2021. L’importante intervento di restauro è affidato alla ditta Novella Cuaz di Roisan ed è stato reso possibile dall’importante finanziamento della Regione autonoma Valle d’Aosta, in base alla legge numero 27 del 1993, e grazie al cofinanziamento della Fondazione CRT nell’ambito del bando “Cantieri di restauro” 2020". Il costo totale supera i 300mila euro, dei quali più di 200mila sono coperti dal contributo della Soprintendenza ai beni culturali per i beni ecclesiastici».

L’intervento prevede il restauro della facciata settecentesca del seminario maggiore e riguarda stucchi, specchiature dipinte e la pietra del portale. Per gli stucchi viene eseguita la pulitura, il consolidamento e dove necessario la ricostituzione di parti mancanti.

La pulitura avviene con impacchi di gel di agarosio, derivato dall'agar-agar, nel quale è stata dispersa una soluzione di sali inorganici. Per la ricostruzione di elementi mancanti sono invece utilizzate sagome e dime o "maschere". Le specchiature tra le finestre vengono pulite e dove necessario sono consolidati gli intonaci e stuccati fori e abrasioni. Oggetto del restauro è anche il portale in marmo bardiglio, con riflessi color cielo e venature: il portale si apre in centro alla facciata ed è sormontato dallo stemma vescovile di monsignor Pierre-François de Sales (1741-1786), al quale si devono l’ampliamento e la ristrutturazione del Seminario e la commissione dell’elegante facciata ornata da stucchi. «La pietra del portale è stata consolidata, - precisa Roberta Bordon - sono state ricostruite le parti mancanti, stuccate le fessure con polveri di marmo selezionate per colore e con calce idraulica. Non sono previsti altri lavori sull’immobile tranne la sostituzione delle grondaie». L'edificio del Seminario è importante per la sua storia e la posizione strategica.

«L’attuale Seminario vescovile di Aosta - ricorda Roberta Bordon - sorge nell’area un tempo occupata dal priorato Saint-Jacquême, sede priorale dell’Ordine del Mont-Joux o del Gran San Bernardo, a cui apparteneva sin dal 1177. Il priorato, complesso edificio di ampie dimensioni, venne adibito una prima volta a Seminario subito dopo il Concilio di Trento, dal 1565 al 1596, per tornare poi stabilmente all’Ordine del Gran San Bernardo dopo una strenua contesa portata davanti ai Senati di Torino e di Chambéry. Nel 1752, in relazione alla bolla di papa Benedetto XIV, esso venne requisito insieme ad altri possedimenti del suddetto ordine e venne secolarizzato e trasferito all’Ordine dinastico dei Santi Lazzaro e Maurizio, ovvero l’Ordine Mauriziano. In seguito a tale evento, il priorato conobbe un momento di abbandono sino all’acquisto, nel 1773, da parte del vescovo di Aosta, monsignor . Pierre-François de Sales con il preciso intento di realizzarvi il Seminario vescovile. I lavori di ristrutturazione e ampliamento iniziarono nel 1773 e si protrassero fino al 1780, anno della solenne inaugurazione. Il progetto, a cui lavorarono sia il Vescovo in persona sia Francesco Franchino, capomastro luganese, prevedeva una riplasmazione dei volumi esistenti con l’aggiunta della facciata tardo barocca con paraste composite impreziosito al centro dal bel portale in pietra grigia di Aymavilles».

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