Ollomont, indagato il titolare dell’impresa edile dopo l’incidente in cui ha perso la vita un operaio

Ollomont, indagato il titolare dell’impresa edile dopo l’incidente in cui ha perso la vita un operaio
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Il nome di Massimo Facchini, titolare dell’omonima impresa edile di Gignod, è stato iscritto nel registro degli indagati dal sostituto procuratore Francesco Pizzato in merito all'incidente mortale avvenuto martedì 3 maggio a Ollomont. A perdere la vita è stato l’operaio di origini romene residente ad Aosta Constantin Cobanel, 39 anni. In casi come questi si tratta di un atto dovuto a garanzia dell’indagato. La vittima era impegnata nei lavori di ristrutturazione della casa di villeggiatura di proprietà della famiglia della Ministra della Giustizia Marta Cartabia. L’accusa è di omicidio colposo. L’impresario è difeso dall'avvocato Corrado Bellora.

Constantin Cobanel è stato schiacciato da una putrella nel cantiere, aperto alla fine di aprile, per la ristrutturazione del garage dell’immobile. La ditta aveva tutte le autorizzazioni per i lavori che si sarebbero dovuti concludere tra una decina di giorni. Dai primi accertamenti, l’operaio, che era in regola sia con il permesso di soggiorno che sul luogo di lavoro e che da alcuni mesi era stato assunto dalla ditta Facchini incaricata della ristrutturazione, doveva spostare la putrella. L’ipotesi è che nell’operazione che sarebbe stata compiuta con un piccolo escavatore la trave in metallo si sia mossa travolgendolo. Il datore di lavoro e capo cantiere Massimo Facchini che era con lui ha subito dato l’allarme. Sul posto è intervenuto l’elisoccorso ma il medico non ha potuto far altro che constatare il decesso del lavoratore. Carabinieri e tecnici dell’Usl hanno effettuato i sopralluoghi per ricostruire la dinamica della sciagura mortale. Le indagini dovranno stabilire se sono state osservate tutte le misure in materia di sicurezza e prevenzione degli infortuni.

«Sono sconvolta e affranta da quanto appena appreso. - commenta in una nota la ministra Marta Cartabia che lo scorso 21 agosto la ministra era stata insignita della cittadinanza onoraria di Ollomont durante una cerimonia a cui avevano partecipato le autorità comunali e regionali - Desidero innanzitutto esprimere tutto il mio dolore e la mia personale vicinanza ai familiari della vittima. Come ho anticipato al sindaco David Vevey, mi sento partecipe del turbamento dell’intera comunità locale, profondamente segnata da questo grave lutto. Confido che le autorità possano al più presto ricostruire l’intera dinamica dei fatti».

Il sindaco David Vevey riferisce che «Ho sentito telefonicamente la ministra Marta Cartabia che era molto provata per quanto accaduto. Io e l’Amministrazione comunale ci uniamo a lei nell’esprimere le nostre più sentite condoglianze ai famigliari del lavoratore che ha perso la vita in circostanze così tragiche».

In una nota congiunta Paolo Capone, segretario Generale dell'Unione generale del lavoro - Ugl, e quello regionale della Valle d’Aosta Armando Murella, in merito alla tragedia avvenuta a Ollomont, dichiarano: « Si tratta di una tragedia intollerabile che non possiamo in alcun modo accettare. Chiediamo l’apertura di un tavolo fra Governo e parti sociali per discutere delle misure a tutela dei lavoratori a partire dal rafforzamento dei controlli e dagli investimenti sulla formazione».

Le reazioni dei sindacati

I sindacati di categoria Fillea Cgil, Filca Cisl, Feneal Uil e Savt Costruzioni evidenziano «La necessità di istituire un tavolo di coordinamento di prevenzione sulla salute e sulla sicurezza. Avevamo già chiesto di avviare delle campagne di sensibilizzazione, partendo dalle scuole. Tutto questo è stato ribadito anche nei tavoli, a cui abbiamo partecipato in Regione, alla presenza anche del Prefetto, nonché Presidente della Regione. Abbiamo ribadito la necessità di maggiori controlli e di una campagna di sensibilizzazione. Diciamo che - con l'ennesima vita spezzata sul lavoro (e se ne contano molte in Valle d'Aosta tra il 2021 e in questo 2022, e siamo solo a maggio) - è ora di dire con forza “Fermiamo la Strage nei luoghi di lavoro”». Secondo i sindacati «È arrivato il tempo di agire, e di mettere in piedi una cabina di regia che veda coinvolti - nei vari ruoli - tutti i componenti del settore. È necessario attivarsi per garantire maggiori controlli e una campagna di sensibilizzazione massiccia su tutti i luoghi di lavoro» che avvisano: «Rimaniamo in attesa, ma siamo pronti alla mobilitazione!». . Dal canto suo, Salvatore Teresi, segretario generale della Filca Cisl della Valle d'Aosta, dichiara che «Non è più rinviabile l’istituzione della “patente a punti” per chi fa impresa nel nostro settore, premiando le imprese virtuose e tagliando fuori dal mercato chi non rispetta la sicurezza dei lavoratori». Per la Cisl «Nel contempo bisogna aumentare controlli e sanzioni».

«Esposto ignorato»«Sull’emergenza dei decessi sui luoghi di lavoro la ministra Cartabia deve avviare un’ispezione tesa ad accertare perché numerose denunce presentate alle Procure di tutta Italia non hanno avuto alcun seguito e risultano ad oggi ferme». Lo afferma il Codacons che ricorda: «Lo scorso settembre abbiamo presentato un esposto a 104 Procure della Repubblica chiedendo alla magistratura di tutta Italia di indagare sulle morti bianche e di accertare le eventuali responsabilità degli enti di controllo preposti a garantire la sicurezza sul lavoro». Denuncia, questa, che fa seguito ad altri analoghi esposti presentati sia dal Codacons, sia da altre organizzazioni nel corso degli anni, «Ma che non hanno finora portato ad alcuna indagine - prosegue la nota - su chi ha l’obbligo per legge di controllare i luoghi di lavoro».

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