Ognuno può favorire la biodiversità intorno a sé, anche in casa propria

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Qualcuno ci ha fatto caso - ad eccezione dei “soliti addetti ai lavori”, cioè ai volontari che si danno da fare per soccorrere la Natura e i suoi figli vegetali e animali - che la tutela della stessa e di questi è quasi sempre nata grazie a iniziative private a fronte dell’indifferenza e dell’incompetenza dei Governi nazionali? E che spesso queste iniziative sono entrate in contrasto se non in conflitto con le decisioni prese dagli alti e potenti politici di turno che, tramite le magiche parole “progresso e crescita economica”, hanno protetto spesso non l’ambiente ed i beni primari dai quali tutti (concetto esteso ovviamente a tutti gli esseri viventi, umani compresi) dipendiamo per la nostra sopravvivenza, bensì gli interessi di quelli che ormai sono organismi sovranazionali che fanno sempre più il bello ed il cattivo tempo (oltre che alterarlo).

Scordati da sempre gli ammonimenti, divenuti allarmi, di tantissimi scienziati e studiosi sul collasso che si sta preparando a tutti i livelli, i nostri governanti - secondo la vecchia strategia dell’illudere le masse, cioè l’insieme di noi comuni cittadini, che la situazione sia sotto controllo e che l’avvenire non potrà che essere radioso per tutti se si continuerà a dare loro carta bianca - proseguono il loro operato lontanissimi dalle realtà locali e da quella complessiva.

Le basi che permettono la vita sulla Terra sono l’atmosfera, l’acqua, il terreno trasformato e reso fertile in milioni di anni di interazioni tra una miriade di esseri viventi e la biodiversità, e tutto questo lo si impara a scuola e anche guardandosi intorno con attenzione. Ma abbiamo mai sentito finalmente dire da quelli che decidono anche per gli altri che, se venissero a mancare le basi stesse di questa diversità, in particolare gli insetti, si verificherebbe un crollo progressivo dei piani più alti o più complessi delle reti e catene biologiche, e noi con i nostri sette miliardi e più di presenze saremmo tra quelle specie a pagarne più gravi conseguenze? E che, dunque, come le fondamenta di un edificio sono la garanzia della stabilità dello stesso, anche queste basi andrebbero rispettate con attenzione?

Potremmo a questo punto essere nuovamente noi, comuni mortali secondo un vecchio modo di dire, a prendere delle iniziative e ad insegnarle ai nostri figli. Che si abbia un balcone, un orto o un giardino, perché non lasciare degli spazi, anche in vaso, dedicati allo sviluppo di specie selvatiche? Siano queste vegetali ed animali, si creerebbero dei poli di attrazione usando miscele di semi apposta per attirare insetti impollinatori, sia affiancando a questi poli dei mini laghetti per dissetare gli stessi ed anche gli uccelli. Osservando poi lo spettacolo di una Natura che si manifesta anche con arrivi inaspettati, alla quale staremo dando un po’ di quella ospitalità che la stessa ci dette quando apparimmo come specie.

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