Nuovo Presidente della Repubblica, ecco chi vorrebbero eleggere al Quirinale i politici della nostra regione
Il delegato della Valle d'Aosta per l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica sarà eletto durante la prossima adunanza del Consiglio Valle, convocata mercoledì e giovedì prossimi, 12 e 13 gennaio. A differenza delle altre Regioni italiane, che possono contare su tre delegati regionali, la Valle d'Aosta dovrà designarne soltanto uno. Nelle passate elezioni, ad affiancare i due parlamentari valdostani nell'elezione del nuovo inquilino del Quirinale era stato il Presidente della Regione. Come annunciato dal presidente della Camera Roberto Fico, l'iter per l'elezione del presidente comincerà lunedì 24 gennaio, alle 15, con la prima riunione in seduta comune del Parlamento, alla quale parteciperanno anche i 58 delegati regionali.
Forza Italia e Lega sono le uniche forze politiche in Valle d’Aosta ad avere le idee chiare sul nome del futuro Presidente della Repubblica italiana. «Il mio candidato ideale è Silvio Berlusconi» esordisce Emily Rini, coordinatrice regionale di Forza Italia. «All'Italia serve un Presidente forte, autorevole e credibile e qualora lui decidesse di dare la propria disponibilità alla candidatura, per noi sarebbe, senza alcun indugio, il migliore Presidente della Repubblica possibile. Con lui al Colle e Draghi a Palazzo Chigi - continua Emily Rini - il nostro Paese sarebbe più forte e competitivo». Per la Lega invece, il prossimo Presidente non può che essere Mario Draghi. «Io voto Draghi, e se questo significa tornare alle elezioni per noi non c’è problema» commenta Marialice Boldi, segretario federale della Lega VdA. «Proporre un nome per il Quirinale significa assumersi responsabilità verso il popolo e le istituzioni. La carica del Presidente della Repubblica non è puramente simbolica, - continua Maria Alice Boldi - dovrà avere una forte credibilità nazionale, europea e internazionale, quindi un’ottima conoscenza degli scenari di politica estera, essere garante della sostenibilità economica del Paese, del funzionamento della giustizia, non avere una connotazione partitica estremista e grandi capacità di mediatore. Stando così le cose, non può che essere Mario Draghi per i prossimi sette anni la persona adatta, anche con il rischio di andare subito alle elezioni». Vi sono poi gli «antiberlusconiani», che auspicano piuttosto l’elezione di una donna. «Assolutamente da rigettare la candidatura di Silvio Berlusconi. - commenta Mirko Billet, referente di Adu - Per noi è arrivato il tempo di eleggere una donna, vogliamo un segnale di discontinuità con il patriarcato e vorremmo una custode della Costituzione antifascista come Anna Finocchiaro, Livia Turco, Luciana Castellina o Rosy Bindi, solo per fare qualche esempio».
Dello stesso avviso Area Democratica, il coordinatore Raimondo Donzel afferma: «Assolutamente da evitare sono i candidati di schieramenti politici su cui l’Italia si è divisa durante le elezioni, come Silvio Berlusconi o Romano Prodi. Auspichiamo fortemente che sia una donna ad essere eletta per la prima volta Presidente - rileva Raimondo Donzel - e sarebbe un bel segnale in questa direzione se il Consiglio regionale individuasse una donna come delegato della Regione con diritto di voto. Da privilegiare figure come Liliana Segre o Rosy Bindi». Non ne vuole sapere di Berlusconi nemmeno Elio Riccarand di Rete Civica: «La nostra speranza è che venga eletta una personalità di buona competenza istituzionale, con una solida cultura democratica ed antifascista, attenta alle questioni ambientali e all'equità sociale. Riteniamo inoltre che la cosa più significativa che si possa fare nel 2022 - sottolinea Elio Riccarand - è che dopo oltre settant'anni si elegga finalmente una donna». Non si sbilanciano invece con i nomi le altre forze politiche, e Albert Chatrian, coordinatore di Alliance Valdôtaine commenta: «Ci piacerebbe una persona che conosca e manifesti interesse per la montagna, che abbia rispetto e conoscenza delle autonomie e che sia europeista, se poi fosse donna sarebbe un bel segnale». Difficile delineare un profilo per Luca Tonino, fresco segretario del Pd: «Fare nomi è oggettivamente complesso ed è peraltro un esercizio che non mi appassiona. Certo è che alcune figure fortemente divisive emerse nella cronaca politica degli ultimi giorni non aiutano a provare, almeno una volta, a fare in fretta e fare bene. Auspichiamo come Pd che venga eletta una presidente donna, perché l’Italia è pronta». Convinto che la soluzione sia una donna pure Giovanni Girardini di Rinascimento, che commenta: «Sarebbe la prima volta e personalmente mi farebbe un piacere immenso». Si sofferma sulla difesa identitaria Aldo Di Marco, presidente di Pour l’Autonomie, che commenta: «Confido che la persona che verrà scelta adempia al suo ruolo di garante della Costituzione tutelando le Regioni a Statuto Speciale, difendendo la loro autonomia sancita dalla Costituzione, e dimostrando una particolare sensibilità verso le minoranze culturali e linguistiche».
Prematura ogni valutazione secondo Cristina Machet, presidente dell’Uv: «Al momento non c’è ancora nessun accordo tra i grandi partiti nazionali quindi in questo momento noi stiamo alla finestra». Damien Charrance, coordinatore di Mouv’ ritiene invece necessario che «La Valle d'Aosta si coordini con le altre autonomie speciali per richiedere ai candidati “in pectore” garanzie sulle autonomie differenziate e attenzione alla montagna e alle zone che più necessitano di investimenti». Vorrebbe una persona gradita al centro destra Alberto Zucchi di Fratelli d’Italia: «Auspico che il prossimo Presidente rappresenti l’indiscutibile maggioranza politica attuale della nazione».
Non bisogna strumentalizzare le donne secondo Elisa Tripodi, parlamentare e referente del Movimento 5 stelle in Valle d’Aosta, che spiega: «Prima di parlare di nomi si dovrebbe discutere di metodo. A mio avviso vari leader politici nazionali stanno usando i nomi delle donne in modo strumentale, e lo ritengo inaccettabile».
Per il senatore Albert Lanièce è invece centrale il tema dell’europeismo: «La o il nuovo Presidente della Repubblica dovrà essere, a mio giudizio, un convinto europeista, un sostenitore dell’alleanza Atlantica, ma soprattutto un garante della Costituzione, e in particolare dei diritti delle Minoranze Linguistiche e delle Autonomie Speciali. Inoltre - sottolinea Albert Lanièce - è fondamentale che la/il nuovo Presidente arrivi da una grande esperienza politica in quanto potrebbe trovarsi a gestire un quadro politico post-elezione molto molto complicato». Carlo Marzi segretario di Stella Alpina afferma: «Mi auguro solo che chiunque salga al Colle si metta subito a disposizione della nazione per i prossimi 7 anni».
Infine Pays d'Aoste Souverain: «Sans tomber dans la démagogie, Pays d'Aoste Souverain accorde très peu de confiance à quelconque prochain représentant romain et se réserve le droit d'exprimer tout jugement en fonction de ses actions futures, et s'engage donc à poursuivre son projet politique pour que la Vallée d'Aoste soit libre et indépendante» commenta il responsabile politico Christian Sarteur.