Nuovi negozi a Champagne, consiglio comunale a ottobre «Quali commercianti sono davvero con Confcommercio?»

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Sono scaduti mercoledì scorso, 11 settembre, i termini per depositare le osservazioni alla variante al piano regolatore - adottata nei mesi scorsi dal consiglio comunale di Villeneuve - che contempla la possibilità di nuovi insediamenti commerciali nell'area artigianale di località Champagne a Villeneuve, nei pressi del campo sportivo del paese. E negli uffici del Municipio sono arrivati 2 plichi: uno dell’azienda agricola La Disperata che vede tra i titolari l’ex sindaco Clemente Dupont, e l’altro di Confcommercio VdA.

Ora l’attesa è per il consiglio comunale che dovrà analizzare le osservazioni e, eventualmente, approvare in via definitiva la variante. Il consiglio verrà convocato dal sindaco Bruno Jocallaz a inizio ottobre.

«Nel frattempo abbiamo avuto il parere positivo dell’Urbanistica - spiega il Sindaco -, e a onor del vero devo aggiungere che sono diverse le aziende della zona in questione ad aver manifestato interesse verso la nuova destinazione dell’area. Questo per dire che non stiamo parlando solamente dell’iniziativa della famiglia Dal Canton, che lì ha una segheria. Quello che vogliamo fare, è riqualificare quella porzione del paese, ciò che porterà beneficio a tutti. Infine, mi piacerebbe sapere con precisione di quali esercenti Confcommercio effettivamente dice di tutelare gli interessi, perchè a me risulta una versione differente su ciò che pensano i negozianti del borgo».

Confcommercio Valle d’Aosta ha predisposto le osservazioni con il supporto dell'architetto Giacomo Galvani e dell'avvocato Andrea Giunti. Secondo l’associazione la variante risulta «illegittima per violazione di legge, oltre che per eccesso di potere, nonché contraria al pubblico interesse». In particolare il timore è legato all’eventuale realizzazione di un «polo commerciale di rilievo intercomunale» e una struttura «avente destinazione commerciale con aree di vendita». Dal verbale di deliberazione inoltre «non è dato in alcun modo comprendere quale sarebbe l’interesse pubblico sotteso se non il richiamo a meramente eventuali ed in alcun modo approfonditi stimoli di insediamento di nuove realtà». E questo, si legge nelle osservazioni, sarebbe in violazione della legge regionale, che prevede la «valorizzazione dei pubblici esercizi per promuovere il turismo e valorizzare le produzioni locali con particolare attenzione alle attività nei centri storici». Con la futura struttura, infatti, per Confcommercio, verrebbero «lesi gli esercizi commerciali del centro storico che andrebbero così a chiudere», con tanto di «notevoli problemi alla popolazione soprattutto a quella più anziana». «Confidiamo che la delibera di adottare la variante non sostanziale venga annullata. - conclude Confcommercio - Altrimenti ci riserviamo di adire, nostro malgrado, al Tar per la Valle d’Aosta per la miglior tutela degli interessi propri e degli esercenti del centro storico».

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