Nuovi crolli dal Palazzo Cogne Transennato tutto il perimetro

Nuovi crolli dal Palazzo Cogne Transennato tutto il perimetro
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Cade una lastra di marmo dalla facciata ovest del Palazzo Cogne, edificio storico di proprietà della Regione, e la zona chiusa al passaggio dei pedoni si amplia dal porticato che si affaccia su corso Battaglione Aosta, già interessato dalla chiusura per problemi legati al soffitto, al marciapiede di via Giorgio Elter.

La caduta della lastra di marmo è avvenuta lunedì scorso, 9 agosto, per fortuna senza conseguenze per le persone. A distanza di pochissimo tempo sono state posizionate le transenne lungo il marciapiede per impedire il passaggio. La chiusura del porticato era stata invece decisa a fine giugno dall’Assessorato delle Opere pubbliche per consentire il posizionamento di una rete di contenimento in aderenza al soffitto della struttura.

Nel frattempo mercoledì scorso, 11 agosto, amministratori e tecnici della Regione e del Comune hanno effettuato un sopralluogo per valutare il da farsi anche in via Giorgio Elter. Sulla base di un’ordinanza comunale è stato deciso di porre l’area in sicurezza, a scopo precauzionale, posizionando transenne lungo entrambi i fronti dell’edificio. È stata pure realizzata una nuova segnaletica orizzontale per permettere l’attraversamento pedonale di collegamento con il marciapiede lato sud di corso Battaglione Aosta.

Nei giorni scorsi si era sparsa la voce che il Palazzo Cogne fosse in vendita e che nelle prossime settimane qualcosa si sarebbe mosso, visto l’interesse di alcuni possibili acquirenti.

«Non è così. - afferma l’assessore regionale alle Opere pubbliche Carlo Marzi - L’immobile, che tra l’altro è soggetto a vincolo della Soprintendenza per i Beni culturali, è inserito da anni nel Piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari. Però questo significa che la Regione non lo vuole più utilizzare. Vi fossero state tante manifestazioni di interesse e una volontà precisa da parte di qualcuno, cosa che fino a oggi non è accaduto, probabilmente sarebbe già stato messo in vendita molti anni fa. È chiaro che l’intenzione è di alienare il Palazzo, oppure di valorizzarlo e il Consiglio regionale ha confermato, con l’approvazione dell’ultimo Bilancio, tale indirizzo. Quindi, i casi sono due: o si decide di procedere alla vendita attraverso un’asta e chi lo compra decide il suo utilizzo; oppure è possibile pensare ad una concessione con valorizzazione per un periodo piuttosto lungo, con un costo ridotto tenendo conto del valore delle opere da eseguire da parte di chi ne ottiene la concessione. A livello politico si sta ragionando in questo senso, cioè si sta pensando quale strada percorrere tra quelle consentite per porre in vendita o per cederlo in concessione per la conseguente valorizzazione. Il passaggio obbligato per la decisione in merito spetta alla Giunta regionale e questo non è ancora stato fatto. Nel frattempo, nell’ottica di seguire le previsioni del Piano approvato dal Consiglio Valle al fine di favorire la valorizzazione degli immobili, abbiamo già approvato un bando di vendita di diversi immobili che andranno all’asta ad ottobre e stiamo lavorando su altri bandi, nell’ottica di favorire la valorizzazione e il recupero degli immobili da destinare ai vari utilizzi».

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