Nuovi “Bronx” crescono in una città che poteva essere un laboratorio di convivenza tra persone
Dopo lo squallido episodio di violenza sessuale nei confronti di un minorenne da parte di due stranieri adulti i commenti, pieni di rabbia covata da tempo, sui social si sono moltiplicati nel giro di poche ore dalla diffusione della notizia. Qualcuno ha scritto che si dovrà aspettare il morto affinché gli amministratori (di noi tutti abitanti Aosta e la sua Valle) si decidano a prendere qualche provvedimento alle situazioni di pericolo concreto che sono aumentate in questi anni insieme agli episodi di vandalismo verso beni pubblici e privati. Se vogliamo essere precisi il morto c’è già stato, qualche anno fa in pieno centro storico, in via Edoard Aubert, quando un uomo fu ammazzato perché colpevole di avere assistito ad un furto. Il suo assassino, straniero, subito dopo era scomparso dalla nostra regione, come tanti altri nuovi malviventi convinto di essere intoccabile e di poter fare qui impunemente ogni sorta di violenza, tanto è vero che fu probabilmente un caso che a seguito di una sua aggressione perpetrata ai danni di una persona nel Centro Italia venne arrestato e l’analisi del suo sangue permise di dare un volto e un nome all’omicida di tempo prima ad Aosta. La capitale della nostra regione, una città non grande se paragonata ad altre capoluoghi regionali, ha da tempo perso una grande occasione di evolversi in un laboratorio di convivenza tra etnie diverse, tra italiani, valdostani e non, e stranieri. Anche qui le responsabilità di molti politici - che non se le addosseranno come da diffusa tradizione - nel non aver saputo e voluto prevedere, e quindi gestire, il cambiamento in atto con l’arrivo di molti stranieri, ha lasciato crescere, tra la paura dei residenti, che anche i portatori di cultura della violenza si installassero senza nessun titolo logico per essere accolti. E tutto questo anche a danno di quegli stranieri integratisi davvero che operano positivamente qui da anni rispettando le leggi e gli altri. Infatti la diffidenza generica verso chi arriva da fuori Italia, soprattutto dal Nord Africa, è dilagata a macchia d’olio. Quasi nessun privato affitterebbe a queste persone, soprattutto dopo avere appreso tempo fa che i generosi cittadini aostani che avevano risposto all’appello del Comune di mettere a disposizione dello stesso dei loro appartamenti per famiglie straniere appena giunte e bisognose di aiuto, si erano ritrovati gli stessi in condizioni spaventose, con mobili distrutti e danni per migliaia di euro. Intanto da tempo il Quartiere Cogne per molti ha un nuovo sinistro evocativo nome, infatti viene chiamato il “Bronx”. Ma nuovi “Bronx” crescono a cominciare da quello intorno alla stazione ferroviaria ed a quella degli autobus. La gente ha ancora più paura adesso. Soprattutto le donne e a ragione. Ma nessuno ormai si sente al sicuro.