Nuova Giunta, ancora un rinvio Mandato esplorativo a Lavevaz
C'era attesa per il possibile incontro decisivo, nel primo pomeriggio di ieri - venerdì 7 ottobre, nella sede dell'Union Valdôtaine - tra le forze politiche della maggioranza regionale. E invece è arrivato l'ennesimo rinvio. L'obiettivo è di arrivare ad una soluzione condivisa entro il prossimo Consiglio regionale, convocato per mercoledì 19 e giovedì 20 ottobre. Ad occuparsene sarà il presidente della Regione, Erik Lavevaz (foto), al quale è stato affidato un «mandato esplorativo» per sondare il terreno e cercare la via per consolidare l'attuale governo a 18 autonomista progressista. «Dobbiamo trovare la soluzione che era stata esplorata in prima battuta prima della caduta del governo Draghi. Il mandato è stato una conferma di quanto iniziato a luglio» spiega Erik Lavevaz al termine della riunione. «Nei prossimi giorni incontrerò le delegazioni politiche per individuare un’ipotesi che vada bene alla maggioranza attuale sia sui temi che sulle persone più adatte a portarla avanti, per trovare un consolidamento e arrivare alla fine della legislatura». Per quanto riguarda la nomina del futuro assessore regionale all'Ambiente - posto vacante dal maggio 2020 dopo le dimissioni di Chiara Minelli del Progetto Civico Progressista (oggi all'opposizione) - e l'eventuale redistribuzione delle deleghe della Giunta, «non ne abbiamo ancora parlato» afferma secco Lavevaz. Che aggiunge: «Quello delle deleghe e delle persone che devono essere chiamate a portare avanti la revisione del programma, è l'ultimo passo».
Secondo indiscrezioni, una proposta era quella di assegnare l'Assessorato all'ambiente e di creare un nuovo Assessorato: candidati ad entrare nell'Esecutivo Giulio Grosjacques (Union Valdôtaine) e Claudio Restano (Misto). Sono ancora da definire le deleghe e non è escluso un contestuale rimpasto di Giunta. In buona sostanza, sono 2 le strade che Erik Lavevaz potrebbe proporre ai 18: una «soft» individuando semplicemente un nuovo assessore all’Ambiente, e un’altra più «pesante» con un rimpasto che porterebbe a nuove deleghe, e nuovi nomi.
Centro destra «rimbalzato»
Nonostante le «avances» al governo da parte della neo senatrice Nicoletta Spelgatti - dopo la vittoria del centro destra alle elezioni politiche nazionali - la maggioranza regionale sembra quindi destinata a restare con gli attuali 18.
«Sono sicura che Nicoletta Spelgatti farà un ottimo lavoro a Roma per la Valle d’Aosta, ma rimando indietro le sue “avances” perché la decisione del 6 giugno del Comité è stata chiara» commenta Cristina Machet presidente dell’Union Valdôtaine. «Anche le parole del presidente Lavevaz sono chiare: siamo intenzionati a riprendere quello che avevamo indicato a giugno, ovvero continuare con questa alleanza con le forze progressiste, e le elezioni» - con la doppietta Vallée d’Aoste «sfiorata» - «sono state un’occasione per rilanciare questo messaggio politico».
Aurelio Marguerettaz e Giulio Grosjacques starebbero lavorando per un «ribaltone» a destra? «Colgo l’occasione per smentire questa voce una volta per tutte: Giulio e Aurelio non sono le uniche persone che hanno una visione diversa all’interno del Mouvement. C’è chi vorrebbe un allargamento a Pour l’Autonomie, chi l’ingresso di Forza Italia e basta, come chi uno spostamento verso tutto il centro destra. Mi dispiace che si punti sempre il dito verso loro due - sottolinea Cristina Machet - perché sono persone molto serie che sanno bene cosa vuol dire far parte di un partito e come ci si comporta al suo interno».
In sintonia Alliance Valdôtaine, l’altra anima autonomista della maggioranza. «Metteremo tutta l’energia possibile per trovare una soluzione e le condizioni per presentare una proposta politica forte mettendo insieme i principali pilastri di questa maggioranza che sono le forze autonomiste e quelle progressiste» commenta il coordinatore Albert Chatrian. «Le elezioni politiche hanno rafforzato questa proposta politica che in totale controtendenza nazionale ha avuto un ottimo riconoscimento dagli elettori. Noi di Alliance Valdôtaine ci definiamo inoltre il collante di queste due visioni, ovvero di quella autonomista e quella progressista. Gli obiettivi da raggiungere sono tanti e ci aspetta un autunno difficile, ma il dato politico finale è quello di mettere a terra le soluzioni per riassettare e rilanciare questa maggioranza e affrontare le sfide del futuro».
Claudio Restano di Evolvendo, papabile tra i nuovi assessori, commenta: «Valuteremo le proposte politiche, programmatiche e amministrative che il Presidente della Regione formulerà e sulla base dei quali noi poggeremo le nostre valutazioni, ferma restando la necessità di arrivare al prossimo consiglio con un indirizzo di prospettiva definitivo».
Bisogna avere le idee chiare per l’assessore Luciano Caveri, che aveva sollecitato la chiusura della verifica di maggioranza. «La richiesta derivava proprio dalla necessità di capirci fra tutti su dove si vuole andare. Se si decidesse di restare a 18 come propone l’Uv in questa fase - sottolinea Luciano Caveri - bisogna che la scelta funzioni e un eventuale “tagliando” non dev’essere niente altro che la sicurezza di poter governare e non un tirare a campare. E se si dovrà farlo con eventuali discontinuità, allora che si tenga conto di competenze e dossier già in corso di lavorazione in un periodo assai “gramo” per molte ragioni».
Resta della stessa idea la senatrice Nicoletta Spelgatti, che naturalmente critica la scelta del governo Lavevaz di restare a 18: «In politica i partiti e gli eletti non dovrebbero mai dimenticare, che l'unica ratio alla base delle decisioni e delle azioni conseguenti dovrebbe essere il bene della collettività. Da troppo tempo la politica valdostana invece ragiona sul mantenimento del potere fine a se stesso, ed è sotto gli occhi di tutti che la maggioranza in Regione sia in stallo dal giorno dopo la sua formazione. L'unico collante di forze con programmi così diversi è stata ed è quella di non rispettare il voto dei valdostani mettendo la Lega che in regione è di gran lunga la prima forza politica, con ben 11 consiglieri, all’opposizione. Il mandato dei valdostani è stato per noi quello di andare a governare ma la legge elettorale permette questi “giochi di palazzo”, che allontanano sempre di più i cittadini dalla politica, vanificando il voto stesso. Oggi un rimpasto all'interno della maggioranza non risolverebbe assolutamente nulla. Pensare di continuare a barricarsi a 18, senza prendere alcuna decisione di ampia visione, oltretutto in un momento drammatico come questo, in cui il Governo dovrebbe avere la forza di prendere moltissime decisioni di importanza capitale, è una follia che purtroppo pagheranno i cittadini».
Dello stesso avviso l’altra anima del centro destra, Emily Rini coordinatrice di Forza Italia: «Lo avevamo puntualmente previsto, una maggioranza regionale che continuerà a proseguire con il suo operare incerto e traballante a 18. Come Forza Italia rimaniamo coerenti all’accordo politico sottoscritto con gli alleati, speriamo che questo sia l’atteggiamento che verrà tenuto anche da tutte le altre forze di centro destra. La coalizione di centro destra ha ottenuto una netta vittoria a livello nazionale e un ottimo risultato a livello regionale grazie anche alla dimostrazione del suo buongoverno nella stragrande maggioranza delle Regioni» sottolinea Emily Rini. «All’appello manca soltanto la Valle d’Aosta, dove la Giunta ostenta pure, anacronisticamente, il fatto di non volere percorrere una strada volta alla leale e fattiva collaborazione con il Governo nazionale, apparentemente ignara dei danni che ciò porterà a tutti i valdostani. Faremo la nostra parte, come sempre, avendo ormai da anni anteposto gli interessi del progetto politico alle aspirazioni personali».