Numerosi fedeli a Maria Immacolata per la Messa in onore di Santa Rita, santa dei casi impossibili e delle rose

Numerosi fedeli a Maria Immacolata per la Messa in onore di Santa Rita, santa dei casi impossibili e delle rose
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Santa Rita da Cascia, che fu sposa, madre, vedova e infine monaca, canonizzata da papa Leone XIII nel 1900, è tra le sante più amate dalla devozione popolare. Una dimostrazione in tal senso si è avuta anche nel santuario di Maria Immacolata ad Aosta mercoledì scorso, 22 maggio, memoria liturgica della santa umbra, che ha visto la partecipazione di numerosi fedeli alla Messa celebrata in suo onore. Ai piedi della statua di santa Rita, venerata come «la santa dei casi impossibili e delle rose» c’erano mazzi di fiori e di rose, così come anche davanti all’altare. Padre Gregorio Glabas ha presieduto la Messa, mentre ad animare la liturgia è stata l’assemblea accompagnata dal suono dell’organo. Nell’omelia il celebrante prendendo spunto dalla lettera di san Giacomo apostolo ha detto: «Oggi o domani andremo nella tale città e vi passeremo un anno e faremo affari e guadagni, mentre non sapete quale sarà domani la vostra vita! Dovreste dire invece: ”Se il Signore vorrà, faremo questo o quello”. Anche noi spesso abbiamo in mente progetti incontri eventi, ma prima dovremmo dire se Dio vorrà, perché forse lui ha previsto diversamente e ha cambiato le nostre vie per il nostro bene».

Padre Gregorio Glabas ha poi aggiunto: «Oggi ricordiamo santa Rita, penso che il fatto che avete portato le rose significa che tutti noi conosciamo la sua vita, le sue scelte, la coscienza, la costanza e la forza interiore. Conosciamo la sua storia: se lei avesse detto “così come vuole mio marito, o peggio, così come vogliono i miei figli”, si sarebbe consumata la vendetta e noi non saremmo sicuramente qui a celebrare una santa. La sua santità risalta dal fatto che aveva il coraggio di dire a se stessa e attraverso la sua vita al mondo “se Dio vuole”. Siamo all’interno del mese di maggio, mese mariano, nella chiesa di Maria Immacolata che ha detto la stessa frase: ”Eccomi, sono la serva del Signore avvenga in me secondo la tua Parola”. Penso che questa frase può rinascere nel nostro linguaggio due millenni dopo Maria, sette secoli anni dopo santa Rita, e alla fine dei nostri progetti dobbiamo essere capaci anche noi di dire come loro ”se Dio vorrà”».

Prima del canto finale Nome Dolcissimo, il celebrante è passato tra i fedeli per il rito della benedizione delle rose. La rosa, un fiore caro a santa Rita che, secondo la tradizione, fece fiorire in pieno inverno nel suo orto a Roccaporena e volle poi sul letto di morte. Al termine della Messa molte persone hanno sostato in preghiera davanti alla nicchia che custodisce la statua della santa monaca agostiniana, raffigurata con un crocifisso ligneo scuro tra le mani e la fronte trafitta da una spina ricevuta dalla corona posta sul capo di Gesù Cristo.

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