«Nonostante le opere di prevenzione sul territorio la Valle d’Aosta non è al riparo da esondazioni e frane»

«Nonostante le opere di prevenzione sul territorio la Valle d’Aosta non è al riparo da esondazioni e frane»
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La Valle d’Aosta aiuta le Marche devastate dalla recente alluvione e non dimentica che nel 2000 subì un disastro di porporzioni ancora maggiori. Come affrontare queste calamità naturali? Perché sono sempre più frequenti? La Valle d’Aosta è al sicuro o no?

Stella Longo: «Riuscire a prevenire queste calamità e affrontarle è estremamente difficile. L’allerta meteo è sicuramente utile, ma nel caso delle Marche non è stato sufficiente. Quando si verificano precipitazioni così intense in un lasso temporale ristretto è impossibile contenere la furia dell’acqua che devasta case trascinando via uomini, e mezzi e qualunque cosa si trovi lungo il suo percorso. Dopo la tragica alluvione del 2000 la Valle d’Aosta ha investito molto in sistemi di sicurezza e infrastrutture. Però dopo oltre 20 anni pure la nostra regione potrebbe risultare ancora a rischio».

Giulia Planaz: «Il clima è cambiato e purtroppo le precipitazioni di un’intensità che una volta era sconosciuta, in Italia, le cosiddette “bombe d’acqua”, sono sempre più frequenti. E’ molto complicato individuare delle soluzioni, se non addirittura impossibile, a causa del surriscaldamento globale che la causa di questi fenomeni. Resta essenziale mantenere puliti gli alvei dei corsi d’acqua, nonché evitare di costruire case in zone a rischio di esondazione e la cementificazione dei i torrenti. La Valle d’Aosta, nonostante gli interventi contro il rischio idrogeologico dopo l’alluvione del 2000, permane a rischio».

Giulia Nicoletta: «Il surriscaldamento porta con sé fenomeni atmosferici improvvisi e violenti che provocano vittime e danni. Evitare il disboscamento, pulire gli argini dei corsi d’acqua e periodicamente rimuovere tronchi e massi dagli alvei di fiumi e torrenti sono preziose opere di prevenzione contro le esondazioni. La Valle d’Aosta dopo il cataclisma del 2000 ha effettuato molti lavori di contenimento in caso di alluvione».

Christian Tibone: «Con tutti gli interventi avviati per mitigare il rischio idrogeologico, la Valle d’Aosta oggi dovrebbe essere una regione in sicurezza. Le frane e le “bombe d’acqua”, fenomeni che ormai si presentano sempre più frequentemente, potrebbero rappresentare un pericolo più difficile da gestire. L’effetto serra ha influito sul clima e la situazione causata dal surriscaldamento globale peggiorerà ancora».

Chiara Fabbri: «Il clima è cambiato con improvvise precipitazioni di devastante intensità, che oltretutto si manifestano in maniera molto rapida. Questi fenomeni meteorologici non lasciano scampo e in poche ore riescono a fare vittime e danni. Quando la natura si scatena l’uomo è impotente».

Franco Bello: «L’inquinamento, il buco nell’ozono e il surriscaldamento globale sono le cause del cambiamento climatico che ora preoccupa davvero. Basti pensare che quest’estate in Valle d’Aosta siamo arrivati a temperature di 40 gradi centigradi. Il pericolo aumenta con precipitazioni improvvise e di eccezionale intensità. In questi casi nemmeno la Valle d’Aosta è al riparo dal rischio di alluvioni come quella del 2000».

Stella Longo
Chiara Fabbri
Christian Tibone
Giulia Planaz
Giulia Nicoletta

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