«Non troviamo operai neppure offrendo cifre importanti. E i valdostani vanno in Svizzera»

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«La presenza di lavoratori stranieri in Italia è diventata strutturale». Lo dice la Coldiretti nazionale secondo cui «rispetto all’anno 2021, le quote dei lavoratori extracomunitari ammessi in Italia per forza di un decreto, è stato alzato a 69 mila. Di questi, 42 mila sono riservati al settore dell’agricoltura».

Coldiretti punta, però, anche sul fatto che «occorre consentire anche ai percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani di poter collaborare temporaneamente alle attività nei campi» e chiede un piano per la formazione professionale «e misure per ridurre la burocrazia e contenere il costo del lavoro con una radicale semplificazione che possa garantire flessibilità e tempestività di un lavoro legato all'andamento climatico sempre più bizzarro».

E come stanno le cose in Valle d’Aosta, in particolare maniera nel settore della zootecnia? Il periodo della monticazione in alpeggio delle mandrie è iniziato, in molte località le mandrie saliranno nei prossimi giorni. Sa più parti arrivano le lamentele in riferimento alla mancanza di personale straniero ed anche al difficile reperimento di manodopera locale, forse più attratta dallo stesso tipo di lavoro negli alpeggi svizzeri, dove lo stipendio è sicuramente più elevato.

Per quanto riguarda la manodopera straniera «Tutti hanno difficoltà a reperire personale, in agricoltura come nel settore turistico. Il grosso problema - spiega il direttore di Coldiretti Valle d’Aosta, Elio Gasco - è legato al blocco dei flussi, pare legato a questioni di tipo tecnico-informatico. È uno stop pesante perché persone che giungevano in Valle d’Aosta da diversi anni faranno fatica ad arrivare. A tutto ciò non riesco a darmi una spiegazione, perché non credo che sia neppure una questione di soldi. La gente non si trova neppure se si offrono cifre importanti. Per quanto riguarda la fuga dei valdostani verso gli alpeggi svizzeri, è difficile quantificare il fenomeno. Non ho elementi certi in questo senso. Penso però che la Svizzera sia nella nostra stessa condizione, con le medesime difficoltà di reperire personale. E’ comunque risaputo che per fare lo stesso lavoro negli alpeggi lo stipendio lì è abbondantemente superiore. Manca tanta manodopera in tutti i settori, non penso però che in Valle d’Aosta la questione si riduca al fatto di essere sottopagati. Tanto per fare un esempio, una volta i giovani andavano a lavorare in montagna o negli alberghi per guadagnare i soldini per comprarsi il motorino a fine estate. Oggi, forse, alla base manca l’educazione al lavoro e il motorino non è più un obiettivo. C’è un clima di benessere generale che fa perdere di vista le possibilità di guadagno. Oggi, è vero, c’è una scolarizzazione più elevata, ben venga! Però anche questo può incidere sulla mancanza di personale. Occorrerebbe, quindi, introdurre regole diverse e sistemi per incentivare la ricerca del lavoro. Bisognerebbe arrivare ad una semplificazione amministrativa e questo potrebbe essere un passo importante per incentivare a fare contratti anche di breve durata di 10, 20 giorni per esempio. Poi c’è il versante dei disoccupati, un settore in cui si potrebbe pensare di introdurre un meccanismo di semplificazione con dei vouchers. Forse, anche per quanto riguarda erogazioni sociali tipo la disoccupazione bisognerebbe fare maggiori verifiche e porre dei paletti, affinché sia incentivato lo sforzo rivolto a trovare lavoro. Perché se da una parte c’è chi ha veramente bisogno di ammortizzatori sociali, dall’altra esiste pure chi ne approfitta pur essendo nelle condizioni di poter lavorare perché non ha problemi di disabilità o figli a carico, o perché è in una fascia di età agevole». Manila Calipari

«A seguito delle continue difficoltà, purtroppo ormai drammatiche, che stiamo affrontando nel reperire il personale e al fine di poter fornire una fotografia puntuale ai nostri referenti istituzionali così da poter presentare le dovute istanze nelle sedi opportune, abbiamo predisposto uno specifico questionario su questa tematica». Questa invece è la comunicazione che l’Adava, l’associazione che raduna gli operatori della ricettività turistica presieduta da Filippo Gérard, sta inviando ai suoi associati.

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