«Non posso venire a Valpelline però devo pagare la parte fissa della bolletta e la tassa rifiuti»

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Abito a Milano e nonostante non possa raggiungere ormai da tempo – a causa delle restrizioni Covid - la mia abitazione in quel di Valpelline, sono costretto a pagare la quota fissa relativa al contratto di fornitura di energia elettrica e la Tari, la tassa rifiuti per intenderci.

Ho provato, e sapevo con poche speranze, ad affrontare il problema con chi di competenza, cioè con la Società Cooperativa Elettrica Gignod per ciò che concerne la bolletta elettrica e con l’Unité des Communes valdôtaines Grand-Combin per la Tari.

Però le risposte sono state piuttosto “secche”, da parte di figure professionali che nonostante tutto non hanno perso una sola ora di lavoro e quindi giustamente di contribuzione.

Dalla Società Cooperativa Elettrica Gignod mi sono visto rispondere che “Se non utilizza la fornitura e vuole evitare di pagare le quote fisse può dare disdetta compilando il modulo in allegato”.

All’Unité des Communes valdôtaines Grand-Combin ho domandato se, essendo ormai da mesi impossibilitato a raggiungere il mio alloggio, fossi lo stesso tenuto a pagare la Tari. Mi è stato risposto che “Ad oggi non sono previste riduzioni o esenzioni in caso di seconda casa non utilizzabile a causa della pandemia. Si comunica inoltre che le tariffe Tari applicate nell’anno 2020 non hanno avuto incrementi rispetto all’anno 2019”.

Faccio fatica a comprendere per quale motivo ci dovrebbero essere degli aumenti… Sono forse aumentati gli stipendi? E’ forse aumentato il volume dell’immondizia? Anzi dovrebbe essere diminuito con la raccolta differenziata, da cui si ricava il materiale del riciclo.

Comprendo molto bene che non è solo un problema della Valle d’Aosta, è un problema nazionale. Però la ritengo un’ingiustizia che ognuno di noi dovrebbe far presente.

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