«Non coprite più i ghiacciai con i teloni» L’appello di glaciologi e climatologi
Coprire i ghiacciai non significa salvarli. Finanziare la copertura dei ghiacciai non ha nulla a che fare con il contrasto al cambiamento climatico e con la loro salvaguardia. Significa proteggere un interesse economico locale che porterà profitti a imprese e aziende. E’ solo un’operazione di marketing, che di ambientale e sostenibile ha poco e presenta anzi diverse conseguenze negative sull’ambiente.
Per questo il Comitato Glaciologico Italiano e la Fondazione Montagna Sicura sono tra gli enti firmatari di una lettera che invita a non sostenere l’assurdo progetto di riempire i ghiacciai, nella stagione estiva, di teli geotessili bianchi, al fine di rallentarne la fusione e il ritiro. Se da un punto di vista tecnologico questa soluzione sembra funzionare sui singoli ghiacciai, non rappresenta uno strumento per combattere le conseguenze del riscaldamento globale.
«È vero, l’applicazione dei teli sulla superficie dei ghiacciai rallenta la fusione di neve e ghiaccio» si legge nella lettera. «I teli riducono la quantità di luce solare assorbita dai ghiacciai riflettendola e riducendo la fusione. Da un punto di vista tecnologico questo intervento di geoingegneria sembrerebbe funzionare. Ma, secondo i glaciologi e i climatologi, tale pratica di copertura dei ghiacciai è problematica per diversi motivi. Innanzitutto il carburante per alimentare i gatti delle nevi che movimentano i teloni ogni anno e la produzione dei teloni stessi, spesso composti di materie plastiche, sono risorse non rinnovabili, il cui utilizzo contribuisce a incrementare il riscaldamento globale. I teloni rilasciano grandi quantità di fibre plastiche, ancora non è chiaro dove si accumulino una volta espulse dai ghiacciai insieme all’acqua di fusione e quali siano gli effetti ambientali, ma gli scienziati stanno studiando questi temi. Coprire i ghiacciai per preservarli è ancora più problematico, considerando le conseguenze a lungo termine. Con l’aumento della temperatura gli ambienti in quota stanno evolvendo rapidamente, con piante e animali che si spostano verso fasce altimetriche più elevate, inseguendo le temperature più adatte. Nessuno vorrebbe mantenere placche di ghiaccio sporco impacchettate in un sudario di plastica, isolato dal contesto ecologico-ambientale circostante. I ghiacciai non sono privi di vita: sono ecosistemi dove vivono comunità ecologiche attive che svolgono fotosintesi e accumulano materia organica, contribuendo all’assorbimento di CO2 atmosferica. Ricoprirli con i teli significa impedire questi processi ecologici e distruggere le comunità biologiche che trovano sulla loro superficie l’ambiente più adatto alla propria sopravvivenza. Da un punto di vista logistico sarebbe impossibile raggiungere un numero significativo di ghiacciai per coprirli, molti di essi si trovano infatti in ambienti impervi e di difficile accesso, dove non è fisicamente possibile operare con mezzi meccanici».
Le pratiche di copertura hanno costi enormi. Tanto che sono state lanciate campagne di finanziamento promosse da alcuni circuiti di pagamento elettronici o più recentemente da start-up. In un recente studio, alcuni glaciologi svizzeri hanno stimato che per salvare un metro di cubo di ghiaccio con i teloni, è necessario investire annualmente tra 0,6 e 8 euro. Per osservare un effetto positivo di rallentamento del ritiro di un intero ghiacciaio, è necessario preservare decine di migliaia di metri cubi di ghiaccio, con costi di centinaia di migliaia di euro all’anno per ciascun ghiacciaio ingegnerizzato.
Per motivi economici è quindi impossibile pensare di coprire tutti i ghiacciai delle Alpi. Nel documento 39 esperti di clima e ghiacciai - con il supporto delle principali istituzioni che si occupano del monitoraggio dei ghiacciai italiani su scala regionale e nazionale - spiegano il perché. I ghiacciai italiani occupano oggi circa 360 chilometri quadrati. Le azioni di copertura artificiale interessano meno dello 0,08 per cento di questa superficie, ghiacciai che ospitano piste per lo sci o altre forme di sfruttamento turistico.
«I ghiacciai si salvano solo stabilizzando il clima del pianeta» conclude la lettera. «I più recenti studi hanno dimostrato che se saremo capaci di ridurre l’utilizzo dei combustibili fossili e contenere l’incremento delle temperature planetarie entro i 2 gradi rispetto al periodo preindustriale salveremo il 40 per cento del ghiaccio oggi presente sulle Alpi. L’eroe del ghiacciaio non è chi finanzia la posa di un telo di plastica, e men che meno chi si propone di lucrare su queste attività facendo leva sulla sensibilità ambientale delle persone».