«Non bastano più la natura, la cultura e la storia»: strategie per un’ospitalità resiliente

«Non bastano più la natura, la cultura e la storia»: strategie per un’ospitalità resiliente
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«C’è turismo e turismo: strategie per un’ospitalità resiliente (anche quando sembra tutto perduto)» è il titolo della tavola rotonda online organizzata dal Circolo Legambiente VdA nella serata di giovedì scorso, 6 maggio, in diretta facebook. Moderata da Alessandra Piccioni, obiettivo dell’iniziativa era capire quale futuro si prepara per il turismo sostenibile in Valle d’Aosta e come ha reagito il settore alla pandemia.

I relatori impegnati nella discussione hanno aperto un ventaglio di ipotesi, riflessioni e suggerimenti. A partire da Andrea Bionaz, sindaco di Saint-Marcel, che proprio in riferimento alla pandemia ha ricordato che «La montagna garantisce il distanziamento in sicurezza per i turisti, però la massa di turisti alla ricerca della natura che si sono riversati l’estate scorsa nella nostra vallata ci ha colti impreparati. A questo proposito, vi è da prendere in considerazione anche l’altro lato della medaglia, perché la logistica e i trasporti necessitano di una riflessione per una giusta programmazione».

Da Champorcher era in collegamento Fausta Baudin, ex assessore comunale all’Ambiente, Istruzione e Beni culturali del suo paese, oggi proprietaria di una piccola struttura ricettiva. Fausta Baudin (foto) ha spiegato che «Per parlare di resilienza, bisogna partire dagli errori fatti in Valle d’Aosta dove si è assistito a una gestione raffazzonata delle chiusure in tempo di pandemia. Bisognerà rafforzare la rete di informatizzazione anche nella nostra valle, poiché vi saranno sempre più persone che sceglieranno di vivere in montagna dove poter fare “smart working”. Questo significa che bisognerà fare formazione alle persone del posto. La programmazione sta alla base di tutto, perché senza preparazione e programmazione si viene colti impreparati».

«Il cambiamento del turismo passa attraverso il cambiamento della società. - ha sottolineato il consigliere regionale e presidente di Fondation Grand Paradis, Corrado Jordan - Bisogna puntare alla qualità, ci vuole più consapevolezza e maggiore attenzione ai dettagli. L’estate scorsa la gente ha riscoperto le Alpi, quindi anche le nostre montagne, e questo ci fa guardare bene al futuro. Però in futuro bisogna essere attrattivi, perché oggi sappiamo che non bastano più la natura, la cultura e la storia: occorre connettività. Sono solo piccoli suggerimenti e riflessioni che noi amministratori dobbiamo sapere cogliere, perché la pandemia ci cambierà le abitudini di vita».

La serata ha coinvolto anche Matteo Alberti, sportivo e organizzatore di eventi all’aperto che ha posto l’accento sulle particolarità delle valli di Valgrisenche e di Valsavarenche «Dove durante la pandemia sono state annullati eventi non legati a gare sportive. Il turismo sportivo invece non è altro che movimento all’aria aperta. Se regaliamo la componente sportiva veramente sana, non agonistica, si vivono esperienze dell’outdoor eccezionali che possono essere poi trasmesse tra amici e parenti».

Infine Daniele Pieiller - presidente dell’associazione NaturaValp - riferendosi anche lui alla pandemia ha rimarcato che «Non bisogna mettere la testa sotto la sabbia come fa lo struzzo, bisogna capire che questo è un momento durissimo e che tutte queste restrizioni - chiusure, aperture, distanziamenti, coprifuoco notturno - sono fallimentari per le nostre attività, per la Valle d’Aosta».

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