Nino Ramires, che portò i più grandi campioni del ciclismo internazionale sulle strade valdostane
La settimana del grande ciclismo in Valle d’Aosta si è chiusa con il lutto per la scomparsa di Giovanni Ramires, il padre del “Giro della Valle d’Aosta” insieme a tanti altri amici che all’inizio degli anni Sessanta concretizzarono delle chiacchiere da trasferta e da bar in una realtà che per decenni ha rappresentato l’apice dell’eccellenza per i giovani di belle speranze che si sarebbero poi affacciati al professionismo. Nino Trani, come era conosciuto Giovanni Ramires, con quel soprannome di famiglia che aveva il padre Nicola, commerciante di mobili nell’attuale piazza Plouve con una folta clientela soprattutto di aostani provenienti dal Veneto ed i trasporti ancora effettuati dal cavallo e dal carro con i pneumatici dei Dibello. Giovanni era l’ultimo degli 8 fratelli Ramires del borgo, cresciuto nel negozio e nelle vie, giocando al prato della fiera e pedalando tanto insieme gli amici. Nato il 9 gennaio del 1932, a vent’anni sposò Rina Tullio e con lei, quando venne costruito viale Federico Chabod, ebbe l’idea di aprire un negozio innovativo per la regione, dedicato ai neonati, il famoso “Nido della Cicogna”, che trovò posto al piano terreno della nuova casa di famiglia, dietro alla vecchia vetreria e alla nuova scuola dell’Arco di Augusto.
In anni in cui il ciclismo era lo sport nazionale - come dimenticare l’inizio anticipato delle trasmissioni della Rai per il Giro d’Italia ed i bar di Aosta pieni di gente nel pomeriggio a guardare la televisione - in città e in Valle molto numerose erano le società, ormai scomparse, come il Gruppo Sportivo Aresca dell’amico Francesco Aresca dell’omonima distilleria, che costellavano la regione e delle quali si è praticamente persa la memoria. Fu con i loro dirigenti, tutti appassionati del ciclismo dei giovani, che Nino Ramires il “rosso” ed i suoi fratelli Ettore e Domenico dettero gambe al progetto di una gara regionale a tappe denominata appunto “Giro della Valle d’Aosta”: coinvolti furono tra gli altri Adolfo Creton, Jean Pieropan, Giovanni Cossavella, Ray- mond Jans, Maggiorino Ferrero, Piero Bassano, Francesco Aresca appunto, l’uomo delle cartoline Giovanni Capurso, Walter Lain, Marino Centelleghe e l’editore del Monitore Valdostano Ennio Pedrini.
Nino Ramires ebbe sempre un ruolo fondamentale nell’organizzazione, anche se fu presidente solo dal 1998 al 2005. Il suo impegno lo rendeva la figura di riferimento per la manifestazione, sin da quel lontano 1962 quando a settembre si organizzò la prima edizione del “Giro della Valle d’Aosta”, accompagnato dalle edizioni speciali giornaliere del Monitore con strillone di tappa Cecio Tagliabue. Da allora tutti i più grandi campioni del ciclismo italiano ed anche internazionale sono passati per le strade valdostane, sotto gli occhi appassionati di Nino Ramires, uomo molto concreto, famiglia di commercianti e capace di dare il giusto valore al denaro e al lavoro. Dal 2005 aveva passato il testimone ma per tutti restava comunque la memoria di riferimento della manifestazione, che nel tempo si è modificata a nuove necessità organizzative, dovendo abbandonare simboli consolidati del “Petit Tour” come lo si chiamava, a cominciare dalla maglia bianca con la banda rossonera per il leader di classifica oppure l’arrivo finale in avenue Conseil des Commis, nel cuore cittadino.
Scomparso nella notte tra giovedì e venerdì al Refuge Père Laurent, dove era ospite da tempo, Nino Ramires lascia la moglie Rina, i figli Tiziana, Roberto e Fabio ed i nipoti Elisa Surini, Federica, Rebecca e Alessandro Ramires. Oggi, sabato 15, alle 14.30 il funerale nella chiesa di Sant’Orso.