Niente hobbisti al mercatino di Morgex, espositori sul piede di guerra
Domenica 22 agosto, dopo un anno di assenza, tornerà il “Martciä di Barradzüe” di Morgex, ovvero il mercato di chincaglierie, dell'usato e dell'antiquariato che da ormai più di un decennio viene organizzato dal Comune la penultima domenica del mese di agosto. La prossima edizione, vista la situazione sanitaria, sarà diversa rispetto alle precedenti. L’Amministrazione comunale ha infatti deciso di limitare l’accesso a un massimo di settanta espositori in possesso di partita Iva: non saranno quindi ammessi al mercatino gli hobbisti, vera e propria anima di una manifestazione che ha sempre richiamato un pubblico numeroso.
“Abbiamo dovuto fare una scelta difficile - conferma il sindaco di Morgex Federico Barzagli - che vuole tutelare il “Martciä di Barradzüe”. Il nostro principale obiettivo era quello di tornare a organizzare la manifestazione, cancellata nel 2020 a causa del Covid, e abbiamo potuto farlo solo con il numero chiuso dei banchi presenti. Le normative in vigore sono stringenti: dovremo organizzare un senso unico con ingressi e uscite segnalati e presidiati da personale volontario. Inutile dire come gli spazi all’interno del centro storico saranno diversi rispetto al 2019: ecco perché abbiamo deciso di limitare il numero degli espositori, andandoli a trovare nel novero di coloro che svolgono questa attività in maniera professionale. Capisco le posizioni di chi è stato tagliato fuori, ma abbiamo voluto preservare la manifestazione”.
“Senza di noi uno spirito diverso”
Inutile dire che l’idea del Comune di Morgex non è stata digerita dagli hobbisti, ovvero coloro che vendono oggetti e suppellettili in questi mercatini per coltivare la propria passione e per avere un’opportunità di scambio con i loro “colleghi”. “La verità è che la scelta di Morgex è l’ennesima che non tutela la nostra categoria. - chiosa Ornella Quendoz di Saint-Christophe, attiva nel mondo della brocanterie - E’ successa la stessa cosa anni fa a Entrèves di Courmayeur, a Cervinia è uguale come pure a Champoluc di Ayas: noi hobbisti quasi diamo fastidio, forse perché abbiamo prezzi più bassi rispetto alla concorrenza”.
Per Ornella Quendoz sarebbe necessario rivedere il sistema dei mercatini di questo genere su base regionale. “In Valle d’Aosta un hobbista può partecipare a sei appuntamenti all’anno, in Piemonte sono diciotto e in Liguria, addirittura, non vi sono vincoli di sorta. Dovrebbe essere la Regione, o quantomeno il Celva, a prendere in mano una situazione che si sta facendo incandescente, anche perché vi sono talmente tante disparità di trattamento al momento dell’iscrizione che si rischia di cadere nel ridicolo. Occorre cambiare le regole, perché gli hobbisti non valgono certo meno dei professionisti in questo contesto. Anzi, in certi casi sarebbe necessario andare a verificare le licenze di chi frequenta con assiduità i mercatini, non c’è nessun controllo e non vorrei che qualcuno fotocopiasse i documenti del bar di un amico per tirare su qualche soldo”.
Pure Alicia Toffolo di Saint-Marcel è d’accordo con la collega. “L’idea che mi sono fatta? E’ che stiamo rovinando tutto. Sono convinta che i turisti arrivino ai mercatini per vedere soprattutto i banchi dei piccoli espositori, alla fine siamo noi che diamo un’anima a queste manifestazioni. Se uno vuole acquistare da un professionista lo fa soprattutto in negozio, il mercato all’aperto è la “casa” dell’amatore, dell’appassionato. So che a Morgex c’è questo nuovo vincolo, un po’ mi spiace. La stessa domenica c’è il mercatino di Borgo d’Ale, vicino a Chivasso: vuol dire che trascorrerò una domenica in Piemonte e non nella mia Valle d’Aosta”.