Niente enoteca alla Gran Masun di Carema Il Comune ora pensa a un bed and breakfast

Niente enoteca alla Gran Masun di Carema Il Comune ora pensa a un bed and breakfast
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Cambio di destinazione e di utilizzo per i 2 piani superiori della Gran Masun, la casaforte tardo-medievale simbolo di Carema, risalente al 1404 e collocata al centro della conca coltivata a viti, nel luogo in cui convergono la Via Francigena e il Sentiero dei Vigneti.

«Il progetto originale - spiega il vicesindaco Fabio Peretto - prevedeva l’allestimento di un’enoteca ma abbiamo ora rinunciato a questa prima ipotesi di destinazione d’uso degli ambienti a favore invece di una struttura ricettiva del tipo casa-vacanza o bed & breakfast, più richiesta dall’utenza turistica. Non c’è ancora nulla di concreto, stiamo valutando i necessari passi da effettuare».

Uno studio di fattibilità è stato comunque affidato all’architetto Pier Giuseppe Signorino, che dovrà progettare sia l’area interna che esterna della struttura, con un ingresso sottostante il parcheggio, accanto all’Infopoint e all’accesso alla cantina, e possibilità d’ingresso ai 2 piani superiori con adeguato corpo scala e servo-scala per i disabili in carrozzella (attualmente si accede ancora tramite scala a pioli).

«Siamo ancora all’inizio, si dovrà sentire anche il parere della Soprintendenza per ottenere permessi e licenze. - aggiunge il sindaco Flavio Vairos - L’opzione enoteca ci è sembrata alla fine ridondante, facendone già le veci la cantina sottostante per le degustazioni e il museo multimediale stesso. L’idea di occupare gli spazi per un bed & breakfast garantirebbe invece un più immediato ritorno in termini di utili e un più veloce utilizzo nell’ottica di riscontro economico, nonché una fonte di “appeal” più immediata per il visitatore e il turista di passaggio. Non dimentichiamo gli alti costi occorsi per recuperare lo stabile».

Ci sono voluti 6 anni di interventi per riportare ai suoi fasti la Gran Masun di Carema. I lavori sono iniziati nel 2016, comprensivi di opere di consolidamento, recupero e messa in sicurezza, per 900mila euro derivanti dalla Comunità Europea e in misura minore dal Comune, il tutto per rilanciare questa struttura così identificativa del territorio dei vigneti terrazzati. Un’impresa - fortemente voluta dall’ex sindaco del paese Giovanni Aldighieri, scomparso 3 anni fa - resa possibile grazie agli interventi del progetto transfrontaliero Interreg Alcotra Strada dei Vigneti Alpini, di cui è stata capofila la Città Metropolitana di Torino.

Oggi la casaforte ospita, al piano al di sopra della cantina vinicola interrata, il museo enologico multimediale, che vede nel suo interno una rosa dei venti sul pavimento, al di sotto della console centrale, e l’installazione dei dispositivi necessari per la diffusione multimediale di video e filmati sulle 4 pareti, cui si aggiunge una teca contenente la stratigrafia del terreno, un ceppo di vite autoctona e alcune botti recuperate da vecchie cantine, restaurate e corredate di dispositivi per la diffusione dei tipici profumi del vino Carema. «La stagione di apertura domenicale del museo multimediale, conclusasi a ottobre, ha visto buon movimento e partecipazione, anche se devo ancora richiedere i dati esatti ai responsabili della rete museale Ami. - continua il sindaco Flavio Vairos - Siamo cauti nel promuovere tutte le potenzialità attrattive della Gran Masun, anche in previsione dei lavori ulteriori che l’attendono per i 2 piani superiori. Si tratta di un progetto in evoluzione, per il quale desideriamo coinvolgere fattivamente tutti i caremesi, che possono fornire reperti in esposizione e proporre idee, sentendosi così coinvolti in prima persona nella gestione della casaforte, in modo da affezionarsi alla struttura e magari sentirla un po’ propria».

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