Nicola Rosset nuovo presidente di Finaosta «Porto la mia esperienza di imprenditore»
Nicola Rosset, 58 anni di Aosta, è il nuovo Presidente di Finaosta, la finanziaria della Regione. Del nuovo consiglio di amministrazione - nominato mercoledì scorso, 8 settembre e in carica per 3 anni - fanno inoltre parte l’albergatrice e ingegnera Erika Margareta Galassi, il sindaco di Hône e avvocato Alex Micheletto, la docente dell’Università della Valle d’Aosta Consuelo Rubina Nava e Roberto Sapia quest’ultimo in rappresentanza della Chambre. Cessano quindi dal loro incarico il presidente uscente Ivano Comé, Carla Riccardi, Maria Alessandra Parigi e Massimo Scarrone.
«Arrivo - dichiara Nicola Rosset - dalla Presidenza della Chambre» dove a sostituirlo, in attesa di eventuali nuove elezioni, sarà il vice Roberto Sapia «e la “mission” era portare avanti le istanze delle imprese. Nel mio nuovo incarico al vertice della finanziaria regionale l’obiettivo non cambia di molto, dal momento che Finaosta è la società che deve prevedere e provvedere a un buon sviluppo economico della Valle d’Aosta, come d’altronde è scritto nel suo statuto.
Attraverso le competenze di questo nuovo consiglio di amministrazione, con imprenditori e professori, lavoreremo per far diventare le imprese centrali, da quelle più piccole alle realtà più grandi, e alle quali bisogna dare la possibilità di decollare».
«Il mio apporto - prosegue Nicola Rosset - sarà quello di un conoscitore del tessuto economico della nostra regione, faccio l’imprenditore da tempo e quest’esperienza potrà essere utile. Dossier sul tavolo? Iniziamo a parlare di sinergie, di lavoro di squadra. E mi lasci dire che è molto il lavoro avviato, così come è importante il mio apprezzamento per chi mi ha preceduto e con il quale vi è stato un passaggio di consegne cortese».
Compensi, stop da RomaIntanto è notizia di ieri, venerdì 10 settembre, che il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie Mariastella Gelmini, ha deciso di impugnare la legge regionale «Disposizioni in materia di funzionamento e limiti ai compensi degli organi societari di Finaosta Spa» perché alcune «Disposizioni eccedono dalla competenza legislativa atrribuita alla Regione Valle d’Aosta».
In particolare sotto i riflettori del Governo è finito l’articolo 2 che prevede che «I compensi spettanti al Presidente e ai membri del consiglio di amministrazione sono stabiliti dall’assemblea in misura non superiore al doppio di quella prevista per i componenti in carica alla data di approvazione del bilancio relativo all’esercizio 2020».
Come spiega la nota del Ministero degli Affari regionali «Tale norma si pone in contrasto con la normativa statale vigente». La norma ha introdotto un incremento dei compensi degli organi sociali di Finaosta, «In ragione degli elementi nuovi e aggiuntivi rispetto a quelli che hanno determinato la precedente definizione dei compensi degli organi sociali stabiliti dall’Assemblea di Finaosta», rispettosi del limite dell’80 per cento del costo complessivamente sostenuto nell’anno 2013. «Con riguardo alla questione concernente i compensi corrisposti agli organi delle partecipate» il Ministero degli Affari regionali evidenzia come la «Corte dei conti ha rilevato che il limite fissato dall’articolo 4, comma 4, secondo periodo, del decreto-legge 6 luglio 2012, numero 95 - in base alle quali il costo annuale sostenuto per i compensi degli amministratori, ivi compresa la remunerazione di quelli investiti di particolari cariche, non può superare l’80 per cento del costo complessivamente sostenuto nell’anno 2013 - è preordinato a garantire il coordinamento della finanza pubblica».
«Lo Stato è inadempiente dal 2013. - commenta da parte sua l’assessore regionale alle Partecipate Luciano Caveri - Doveva fissare fasce in favore dei compensi nelle Partecipate regionali e locali. Noi abbiamo scelto, per Finaosta, di aumentare compensi al momento ridicoli rispetto alle responsabilità degli amministratori per superare un’impasse intollerabile. Il Governo Draghi impugna questa norma. Resisteremo alla Corte Costituzionale, che spero capisca le nostre ragioni e le inadempienze dello Stato che impugna la nostra legge, a conferma di una visione sempre più centralista e antiregionalista».
Nessun commento invece da parte di Nicola Rosset, così come sulle accuse del leghista Stefano Aggravi secondo il quale il nuovo Presidente non può ricoprire la carica non essendo laureato. «Se ne stanno occupando gli uffici competenti» si limita a dire Nicola Rosset.