«Nessuno ci ha chiesto come la pensavamo». «Un tunnel nuovo già tra sei anni»
Fare il punto sulle modalità con cui si svolgerà il primo dei 2 cantieri-test per il rifacimento della volta del tunnel del Monte Bianco, che resterà chiuso dal 4 settembre al 18 dicembre prossimi, e valutare le ricadute sociali ed economiche di questa prima tranche di chiusure del collegamento tra Italia e Francia. Si è svolto nella serata di lunedì scorso, 20 marzo, un incontro tecnico tra il Geie, il Gruppo europeo di interesse economico che gestisce il traforo, gli amministratori dei Comuni direttamente interessati e gli amministratori regionali, gli operatori economici, i rappresentanti della Rav e della Sav (le 2 società che gestiscono l'autostrada valdostana) e dell'Anas che gestisce le strade statali, i rappresentanti delle associazioni di categoria e le forze dell'ordine.
I 2 cantieri sperimentali, il cui investimento complessivo ammonta a 50 milioni di euro, serviranno anche «a verificare quali dovranno essere le successive fasi di lavorazione, se continuare con questa formula di chiusura periodica o se fare dei ragionamenti anche di diversa natura» dichiara il presidente della Regione Renzo Testolin. L'incontro di lunedì sera serviva anche a definire «quali saranno le iniziative da intraprendere in merito alle prossime comunicazioni che il Geie vorrà fornirci in corso d'opera».
«Come tutti, ho partecipato alla riunione promossa dalla Giunta regionale e sono stato informato dei lavori - commenta Luigi Fosson, presidente dell’Adava l’associazione che raduna gli alberatori e gli operatori della ricettività turistica della nostra regione - però nessuno ci ha chiesto in realtà come la pensavamo. Parallelamente all’esecuzione di questo cantiere test, vorremmo che si portasse avanti un discorso di progettazione serio e concreto, perché per noi operatori la chiusura del tunnel costituirà una penalizzazione fortissima. Ci aspettiamo una spinta forte da parte del governo regionale per fare in modo che l’Italia si confronti in maniera attiva con la Francia». Il periodo di chiusura autunnale è stato scelto per la più bassa affluenza, ma già nelle settimane scorse alla notizia dei lavori si era aperto il dibattito in merito alla scelta di un periodo unico di chiusura di 3 anni, oppure «a singhiozzo» per 18 anni.
«Quale rappresentante di Confindustria Valle d’Aosta al presidente Renzo Testolin, ho personalmente ribadito innanzitutto la centralità del Tunnel del Monte Bianco per le imprese della nostra regione e dell’intero Nord Ovest. - dichiara dal canto suo il presidente degli industriali Francesco Turcato - Questo territorio deve mantenere elevato il suo livello di competitività, migliorando quanto fatto in questi 3 anni dopo il lockdown. Solo il raddoppio del collegamento stradale con la Francia va in questa direzione: perché limita la chiusura solo per il periodo previsto quest’autunno, e ci consegnerà un’infrastruttura moderna già al termine dei lavori tra massimo 6 anni. L’alternativa, ovvero ristrutturare l’attuale traforo senza il raddoppio, porterebbe alla chiusura certa per un periodo complessivo pari a 6 anni di qui al 2040, lasciandoci un traforo con tutti i limiti di sicurezza e transitabilità che ben conosciamo. La nostra posizione è questa, ma non saremo noi a decidere o costruire il tunnel, e non faremo passi indietro perché compromessi non ne ho visti all’orizzonte».