Nervi tesi con Progetto Civico Progressista La prossima settimana il «faccia a faccia»

Nervi tesi con Progetto Civico Progressista La prossima settimana il «faccia a faccia»
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Non solo a Roma. I «mal di pancia» politici tornano di casa anche in Valle d’Aosta. Non siamo ancora alla crisi, però è indubbio che i rapporti tra il blocco degli autonomisti (Uv, Alliance Valdôtaine e VdA Unie) e la gamba sinistra della maggioranza (Progetto Civico Progressista) restano difficili. Con la Lega Valle d’Aoste, forte di undici consiglieri regionali, alla finestra, spettatrice interessata. Che non ha mai nascosto velleità governative. Con gli autonomisti magari. Di sicuro non con la sinistra.

Nel pomeriggio di ieri, venerdì 15 gennaio, si sono messi attorno a un tavolo i consiglieri regionali del blocco autonomista. «Un confronto sul progetto politico futuro, e sulle ipotesi per rispondere alla difficile situazione pandemica» afferma Corrado Jordan capogruppo di Vallée d’Aoste Unie. Un rendez-vous per parlare delle cose da fare. E anche per mettere a punto la strategia da adottare nell’incontro che all’inizio della settimana prossima metterà i quattordici di Uv, Alliance e VdA Unie di fronte ai sette di Progetto Civico Progressista, presenti con Chiara Minelli nella Giunta presieduta da Erik Lavevaz. Proprio con lei sono i problemi più grandi, gli scontri più accesi nell’Esecutivo. Tanto che si rincorrono le voci che danno per possibile un accordo degli autonomisti con la parte di Progetto Civico Progressista che guarda al Pd, escludendo la «componente Riccarand».

«Ho riscontrato insofferenza verso certi atteggiamenti» conferma David Follien, presidente pro tempore dell’Union Valdôtaine quindi tra i principali azionisti della maggioranza. «Sappiamo quali sono le priorità in questo periodo di pandemia, ovvero salute pubblica ed economia. Alcune “uscite” hanno fatto storcere il naso».

Normale dibattito

«Rappresentiamo sensibilità diverse, quindi è normale che ci sia dibattito, anche animato, al nostro interno. - precisa Erika Guichardaz, capogruppo in Consiglio Valle di Progetto Civico Progressista - Attenzione, non parlo solo di noi PCP, il riferimento è a tutta la maggioranza, composita. Gli autonomisti stanno cercando di fare un discorso di riunificazione. E durante questo percorso, hanno deciso di costruire con noi la maggioranza che regge il governo regionale. Tutto il resto è semplicemente confronto democratico. Mentiremmo se dicessimo che la pensiamo tutti allo stesso modo su tutto, basti pensare a Cime Bianche e alla legge anti Dpcm. E ci sta che ci si confronti all’interno dei rispettivi movimenti, è comunque un modo per coinvolgere persone esterne al Consiglio Valle. Però ogni tanto bisogna fare il punto. Sono tre mesi che lavoriamo insieme, bisogna fissare delle priorità. A breve dovremo esaminare la legge di assestamento di bilancio e il Documento di programmazione economico e finanziaria, il Defr. Sarà necessario individuare le priorità e lo si dovrà fare tutti insieme. Parlare adesso di Cime Bianche, di un dossier per il quale è stato commissionato uno studio di fattibilità e sulla cui fattibilità del progetto avremo un responso tra due anni, penso che sia, come dire, prematuro. Diverso discorso invece riguarda l’ospedale, questione più d’attualità» conclude Erika Guichardaz.

Battaglie anacronistiche

«La nostra regione sta patendo una situazione di drammaticità senza eguali ed è fondamentale poter contare su una maggioranza coesa, consapevole del fatto che vi sono delle priorità da affrontare, possibilmente scevro da ideologismi. - rileva Albert Chatrian, coordinatore di Alliance Valdôtaine e capogruppo in Consiglio Valle - A fronte di una pandemia che continua a mordere e di un danno economico enorme, il minimo che i cittadini si aspettano credo sia l’unità di intenti della maggioranza e della Giunta. E le condizioni di lavorare bene per fare fronte all’emergenza sanitaria e sociale, dando anche attuazione per quanto possibile al programma di legislatura, ci sarebbero tutte, non fosse per quella parte - minima ma comunque presente - di maggioranza che con le sue battaglie ideologiche legittime, però anacronistiche e logoranti visto il momento, rischia di compromettere il lavoro di tutti gli altri».

«Nel merito delle questioni più sensibili, per chiarezza, è giusto dire che personalmente reputo strategico il collegamento tra la Val d’Ayas e la Valtournenche, sia per il traino economico che rappresenterebbe e anche sotto il profilo del cambiamento climatico che ci obbligherà a fare delle scelte sull’ubicazione dei comprensori sciistici. Così come ritengo che il Consiglio e la Giunta abbiano operato correttamente con l’approvazione della legge 11 del 2020 (la cosiddetta “anti Dpcm”, ndr) vista la poca attenzione del governo romano nei nostri confronti. È stato un peccato che la maggioranza non abbia votato in modo compatto. Per quanto ci riguarda, la volontà era di dotare la Regione di uno strumento in più per rafforzare le ordinanze del Presidente. Non intendevamo certamente mettere a repentaglio la salute dei cittadini. E spiace molto che all’interno della maggioranza qualcuno oggi possa quasi provare soddisfazione per la decisione della Consulta in merito a una norma che ci avrebbe probabilmente permesso di affrontare meglio la situazione, adattando l'ordinanza alla situazione sanitaria che stiamo vivendo».

Allora esiste una «tentazione Lega»? Sarebbe disponibile a tornare a governare con il Carroccio? «Ad oggi una maggioranza esiste ed è al suo interno che le questioni vanno affrontate e risolte. Se vi sono posizioni che si rifanno più ad esigenze particolari, partitiche o ideologiche, bisognerà fare uno sforzo perché queste vengano ridimensionate. In questo momento occorre avere innanzitutto una volontà di condivisione, facendo sintesi sulla visione e, dopo aver definito gli obiettivi e gli indirizzi, avere la capacità di mettere a terra le misure necessarie» conclude Albert Chatrian.

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